Roma, 29 maggio 2025 (Agenbio) – Un nuovo studio condotto dall’Università di Lund e presentato al congresso Heart Failure 2025 mostra come il rapporto tra circonferenza vita e altezza (WtHR) sia un indicatore più efficace dell’indice di massa corporea (BMI) nel prevedere il rischio di insufficienza cardiaca. I ricercatori hanno analizzato 1.792 persone per oltre 12 anni, scoprendo che un WtHR superiore a 0,5 è associato a un rischio più alto di scompenso cardiaco. La differenza sostanziale tra questo parametro e il BMI è che il primo considera meglio la distribuzione del grasso corporeo. La frequenza cardiaca a riposo è risultata anch’essa un importante fattore predittivo del quale tenere conto. Gli autori sottolineano infine che mantenere una circonferenza vita inferiore alla metà della propria altezza potrebbe aiutare a ridurre il rischio cardiometabolico. I prossimi studi mirano a confermare questi dati su campioni più ampi, aprendo la strada a nuove strategie di prevenzione. (Agenbio) Des 14.00