Roma 30 marzo 2025 (Agenbio) – Dall’intelligenza artificiale ai modelli digitali del cervello, passando per nuovi farmaci e biomarcatori personalizzati: sono questi gli ambiti su cui lavora Mnesys, il più grande progetto europeo mai realizzato in Italia per lo studio del cervello umano. Con oltre 800 ricercatori coinvolti, 25 partner tra università, centri di ricerca e aziende, e un finanziamento di 115 milioni di euro, Mnesys punta a rivoluzionare la prevenzione, diagnosi e cura delle malattie neurologiche e neurodegenerative.
Il progetto, guidato dall’Università di Genova e inserito nel PNRR, mira a comprendere a fondo i meccanismi del sistema nervoso, dalla nascita fino all’età avanzata, con l’obiettivo di affrontare patologie complesse come Alzheimer, Parkinson, depressione, ictus e disturbi del movimento.
Ne parleranno in occasione dell’evento “ANSA Incontra”, trasmesso il 1° aprile su ANSA.it, alcuni protagonisti del progetto: Enrico Castanini, presidente Mnesys; Antonio Uccelli, direttore scientifico e neurologo dell’Università di Genova; Elena Borra, fisiologa dell’Università di Parma; Alessandro Bertolino, psichiatra dell’Università di Bari; Elisabetta Colombo dell’IIT; ed Elvira De Leonibus, neuropsicofarmacologa del CNR.
«Il progetto copre ogni fase dello sviluppo e della malattia cerebrale, dai neonati prematuri ai malati di Alzheimer e Parkinson», spiega Uccelli. «Utilizziamo tecniche di supercalcolo e imaging avanzato per costruire digital twin del cervello, simulazioni che ci aiutano a testare ipotesi cliniche e nuovi trattamenti».
Mnesys adotta un approccio multidisciplinare, integrando neuroscienze, neurofarmacologia, bioinformatica, medicina personalizzata e tecnologie all’avanguardia. Tra gli strumenti impiegati, ci sono risonanze magnetiche, tomografie Pet, ma anche algoritmi predittivi basati su IA per anticipare il decorso delle malattie o prevedere la risposta ai farmaci. L’uso di nanomateriali per ripristinare connessioni neurali danneggiate rappresenta un’altra frontiera della ricerca, con importanti ricadute per il trattamento delle malattie neurodegenerative.
Un valore aggiunto del progetto è la sua rete capillare, che unisce 90 istituzioni italiane e dedica particolare attenzione alla valorizzazione dei giovani ricercatori e alla parità di genere, anche in ambito terapeutico: la medicina di genere, infatti, è un altro campo d’indagine, per sviluppare farmaci mirati e più efficaci sia per uomini che per donne.
Grazie alla sua ampiezza, al carattere collaborativo e all’integrazione tra ricerca di base e tecnologie applicate, Mnesys si candida a diventare un punto di riferimento internazionale nella lotta contro le malattie del cervello e nel rafforzamento della medicina del futuro. (Agenbio) Eleonora Caruso 9:00