Roma, 23 aprile (Agenbio) – Dagli scarti dell’arancia rossa potrebbe nascere un potenziale alleato per il trattamento dell’encefalopatia epatica, una sindrome neurologica associata a malattie croniche del fegato. A dirlo uno studio coordinato dall’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ibe) e dall’Università Statale di Milano che ha evidenziato le benefiche proprietà antinfiammatorie e antiossidanti derivate dai sottoprodotti del frutto. “Mediante la cavitazione idrodinamica, una tecnica di estrazione a bassa temperatura che utilizza l’acqua come solvente, in pochi minuti abbiamo sviluppato un fitocomplesso stabile che riesce a raggiungere fegato e cervello e che, attraverso la pectina, svolge anche una funzione prebiotica fornendo quindi nutrimento alla flora batterica intestinale” spiega Francesco Meneguzzo, primo ricercatore del Cnr-Ibe e tra i coordinatori della ricerca. (Agenbio) Ala 14.00