Il Dna antico svela la storia genetica e sociale della Calabria preistorica

Roma, 30 dicembre 2025 (Agenbio) – Un gruppo di ricerca internazionale guidato da studiosi del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna e del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia ha ricostruito, grazie alle più avanzate tecniche di analisi del DNA antico, la storia genetica e sociale di una piccola comunità dell’età del Bronzo vissuta oltre 3500 anni fa in Calabria. Il team ha analizzato genomi umani antichi estratti da resti ossei e dentali di oltre 20 individui rinvenuti nella grotta, uno dei siti più importanti della preistoria calabrese, utilizzata per millenni come miniera, rifugio e luogo di sepoltura. «La nostra analisi mostra che la popolazione di Grotta della Monaca aveva forti affinità genetiche con le popolazioni della prima Età del Bronzo della Sicilia, ma si distingueva per l’assenza di influssi genetici orientali, presenti invece nelle comunità siciliane coeve – spiega Francesco Fontani, primo autore dello studio -. Ciò suggerisce che, pur in contatto con l’altra sponda dello Stretto, la Calabria tirrenica seguì traiettorie culturali e demografiche autonome durante la preistoria». Oltre agli aspetti genetici, la ricerca ha permesso di indagare le dinamiche sociali e parentali di una comunità Protoappenninica. Dalle sepolture, forse organizzate in base al sesso e ai legami di parentela, i ricercatori hanno ricostruito alberi genealogici parziali di alcuni individui. L’analisi dei genomi rivela inoltre che gli individui di Grotta della Monaca non erano isolati: pur vivendo in un’area montuosa e difficile, mostravano segnali di mobilità e affinità genetiche con popolazioni dell’Italia centro-settentrionale. La comunità, di dimensioni ridotte, praticava un’economia prevalentemente pastorale, come suggeriscono gli isotopi e i segni di consumo di latte e derivati – nonostante i geni indicassero intolleranza al lattosio in età adulta. (Agenbio) Etr 11:00