Roma, 23 dicembre 2025 (Agenbio) – La resistenza antimicrobica latente è molto più diffusa nel mondo di quella già nota e attiva, il che segna la necessità di una sorveglianza più ampia della resistenza nelle acque reflue, poiché geni latenti potrebbero diventare una minaccia per la salute pubblica in futuro. Lo rivela uno studio dei ricercatori del Dtu National Food Institute, in Danimarca, pubblicata su ‘Nature Communications’. Analizzando 1.240 campioni di acque reflue da 351 città in 111 Paesi, è emerso che i geni di resistenza latenti potrebbero rappresentare un rischio. Gli scienziati raccomandano di ampliare la sorveglianza delle acque reflue per includere anche questi geni nascosti, in modo da monitorare meglio la diffusione e prevenire eventuali crisi future. I geni resistenti latenti sono presenti globalmente in quantità maggiori rispetto a quelli acquisiti. La sorveglianza attuale si concentra principalmente su geni acquisiti, mentre l’inclusione di quelli latenti potrebbe offrire una visione più completa e proattiva del fenomeno. La metagenomica funzionale è una delle tecniche utilizzate per identificare questi geni, tramite l’inserimento di frammenti di DNA in batteri innocui per testarne la capacità di conferire resistenza. Alcuni geni latenti potrebbero trasformarsi in geni capaci di diffondersi più facilmente tra i batteri, aumentando il rischio per la salute pubblica. Monitorare sia i geni latenti che quelli acquisiti nelle acque reflue rappresenta un metodo pratico ed etico per tracciare l’evoluzione della resistenza antimicrobica nel tempo e nello spazio. (Agenbio) Mmo 10:00




