Roma, 22 dicembre 2025 (Agenbio) – L’obesità può accelerare la progressione dell’Alzheimer. Questo è quanto emerge da un’analisi presentata alla Radiological Society of North America da un gruppo della Washington University School of Medicine di St. Louis, che ha combinato dati di tomografia a emissione di positroni con misurazioni seriali di biomarcatori plasmatici in 407 partecipanti allo studio Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative. Sono stati seguiti i partecipanti per 5 anni, disponendo di scansioni Pet per quantificare il carico di amiloide cerebrale e di campioni di plasma analizzati con test commerciali per fosfo-tau217, neurofilamento a catena leggera e proteina Gfap, marker di danno neuronale e astrocitario. All’inizio le persone con indice di massa corporea elevato presentavano livelli inferiori di biomarcatori e un minore carico amiloide alla Pet. L’analisi longitudinale ha mostrato un quadro opposto. I partecipanti con obesità hanno sperimentato un incremento dei biomarcatori plasmatici di Alzheimer più rapido rispetto ai non obesi: i rapporti di pTau217 sono cresciuti dal 29 al 95% più velocemente, i livelli di neurofilamento a catena leggera aumentati del 24% e l’accumulo di amiloide cerebrale è risultato più rapido. Intervenire sull’obesità potrebbe influenzare la traiettoria dei biomarcatori e il rischio o la tempistica di esordio clinico della malattia. Valutazioni seriali del sangue potrebbero essere utilizzate nei trial clinici per seguire l’effetto di strategie di riduzione del peso sulla biologia dell’Alzheimer, rendendo più rapido ed economico lo sviluppo di politiche preventive. (Agenbio) Mmo 12:00



