Roma, 16 dicembre 2025 (Agenbio) – La degenerazione maculare legata all’età in forma umida è una delle ragioni fondamentali per cui gli anziani perdono la capacità di vedere bene. Attualmente, questo disturbo necessita di 5 o 7 iniezioni ogni anno di farmaci chiamati anti-VEGF; queste sono essenziali per fermare lo sviluppo irregolare di capillari che danneggiano la parte posteriore dell’occhio. Tuttavia, le cure mediche potrebbero cambiare presto radicalmente questo approccio. Le nuove cure basate sulla terapia genica, denominate 4D-150 e ABBV-RGX-314, hanno come scopo di ottenere lo stesso risultato, ma con una singola puntura direttamente nell’occhio, un intervento che potrebbe funzionare per diversi anni o persino per sempre. I primi test, discussi durante il convegno FLORetina ICOOR e basati su un monitoraggio clinico durato quattro anni, indicano che i risultati sono costanti e che il trattamento è piuttosto sicuro. Le prove cliniche definitive, di fase III, sono già attive sia in Europa che negli Stati Uniti, e si prevede che l’ente regolatorio americano (FDA) darà il via libera entro il 2027. Il concetto di base è innovativo: un veicolo virale porta all’interno della retina un codice genetico curativo che fa sì che le cellule producano da sole la sostanza che combatte il VEGF, eliminando così la necessità di ripetere le punture. Molti pazienti curati non hanno più richiesto altre somministrazioni, mantenendo la vista ferma o addirittura migliorata. Qualora questi risultati fossero confermati, questa novità potrebbe rivoluzionare completamente il modo in cui si tratta la maculopatia umida, ridando indipendenza e migliorando la vita di moltissimi individui. La difficoltà, adesso, consisterà nell’assicurare che questa cura, destinata a riscrivere il futuro dell’oftalmologia, sia accessibile e sostenibile dal punto di vista economico. (Agenbio) Emanuela Birra 11:00




