Roma, 15 dicembre 2025 (Agenbio) – Le apparecchiature sanitarie cominciano ad avere la loro età, un’anzianità fisiologica che tuttavia andrebbe superata con l’introduzione di nuovi supporti. Dai defibrillatori agli endoscopi fino al 50% hanno oltre 10 anni. Soltanto una percentuale, che oscilla dal 25% al 50% del totale, viene sostituito dopo 10 anni, mentre, a seconda del tipo di apparecchiature il ricambio dovrebbe essere eseguito tra i 5 gli 8 anni. E’ quanto emerge da una survey realizzata dall’Associazione italiana ingegneri clinici (Aiic) con la partecipazione di strutture equamente distribuite tra Nord, Centro e Sud. Una finestra si apre per la sostituzione delle grandi apparecchiature come Tac, Risonanze magnetiche, Tc/Pet, Mammografi e Angiografi. Se il 37% delle oltre 8mila di queste unità installate nel nostro Paese ha più di 10 anni, l’obiettivo di 3100 grandi tecnologie che il Pnrr ha scelto di andare a sostituire entro il giugno 2026 è stato quasi completamente raggiunto e in anticipo. “Un traguardo di sistema assolutamente necessario”- hanno sottolineano i responsabili dell’Aiic. Intanto c’è la questione aperta di macchinari come i defibrillatori, i laser chirurgici, le incubatrici e gli elettrobisturi che dovrebbero essere rinnovati dopo sette anni, mentre tutti i monitor non dovrebbero andare oltre gli otto anni di vita. Gli endoscopi dovrebbero essere sostituiti dopo soli cinque anni. Alla base delle mancata sostituzione nei tempi indicati di questi apparecchi sono budget insufficienti per l’acquisto di nuove tecnologie; difficoltà nel reperire pezzi di ricambio; lentezza dei processi di approvvigionamento; burocrazia e lentezza amministrativa; carenza di mappatura e monitoraggio della produzione correlata alle tecnologie in utilizzo. Resta la criticità dell’esigenza di ricambio che si traduca in acquisto reale- (Agenbio)




