Roma, 2 dicembre 2025 (Agenbio) – Sul celebre dipinto “L’Intrigo” (1890) di James Ensor, conservato al Museo Reale di Belle Arti di Anversa, il verde brillante che domina la scena mostra segni di fragilità. Un team internazionale di ricercatori, guidato dal Cnr-Scitec e dal Dipartimento di Chimica Biologia e Biotecnologie dell’Università degli Studi di Perugia, ha svelato i meccanismi chimici che causano il degrado del pigmento verde smeraldo. Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, apre la strada a nuove strategie di conservazione preventiva di numerosi capolavori. L’analisi sul capolavoro è stata realizzata integrando metodologie non-invasive portatili ed esami ai raggi X generati dalla radiazione di sincrotrone. Le indagini hanno permesso di identificare due meccanismi distinti: l’umidità favorisce la formazione di arsenolite, un composto cristallino che rende la pittura fragile e soggetta a sfaldamento, mentre la luce provoca l’ossidazione dell’arsenico in superficie, creando un sottile strato biancastro che opacizza il colore originale. Il passo successivo è stato quello di sottoporre dei microcampioni ai raggi X prodotti da radiazione di sincrotrone su scala sub-micrometrica nei laboratori d’avanguardia dell’ESRF e DESY, combinando diverse tecniche. Comparando questi risultati con quelli ottenuti su provini preparati artificialmente con pittura ad olio verde smeraldo e poi invecchiati, il team è giunto alla conclusione che è la luce a costituire la minaccia principale per “L’Intrigo” di James Ensor e, verosimilmente, per altri capolavori realizzati con il pigmento verde smeraldo. Nuove strumentazioni avanzate possono però contribuire a identificare precocemente e a monitorare nel tempo gli effetti sulle pitture. (Agenbio) Etr 11:00




