Roma, 10 novembre 2025 (Agenbio) – Ogni settimana più di un milione di persone scrive a ChatGPT lasciando trapelare pensieri di suicidio o profondo disagio. Lo rivela una ricerca di OpenAI che parla di circa lo 0,07% degli utenti – oltre 1,2 milioni di persone – che mostrano segni compatibili con disturbi mentali come psicosi o mania. Un dato che scuote e che arriva mentre cresce l’attenzione su come l’intelligenza artificiale influisca sul benessere, soprattutto dei più giovani. Dopo il caso di un adolescente morto suicida, la Federal Trade Commission ha aperto un’indagine sulle aziende che sviluppano chatbot per capire come gestiscono i rischi psicologici. OpenAI assicura di aver rafforzato la sicurezza del nuovo modello GPT-5, attivando collegamenti diretti con linee di supporto e coinvolgendo 170 medici nel miglioramento del sistema. L’obiettivo è chiaro: imparare a riconoscere il dolore dietro le parole e rispondere con umanità, indirizzando chi soffre verso un aiuto reale. (Agenbio) Des 12:00




