Microbi “su misura” per salvare gli ulivi dalla siccità

Roma, 5 novembre 2025 (Agenbio) – Mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici sugli ulivi attraverso pratiche agricole innovative che sfruttano i benefici delle comunità microbiche presenti nel suolo e nelle radici, soprattutto in condizioni di siccità. Questo è l’obiettivo dello studio ENEA pubblicato su Applied Science e condotto in collaborazione con il Cnr -Ibbr e le università di Milano, Torino e Tuscia, nell’ambito del progetto di cooperazione internazionale BIOMEnext1. I ricercatori si sono occupati del monitoraggio e della caratterizzazione del microbioma che vive nel terreno intorno alle radici, con lo scopo di identificare marcatori di stress o di resistenza associati a condizioni di aridità. «Abbiamo osservato che nel suolo i microrganismi rimangono abbastanza stabili anche in condizioni di scarsità idrica, grazie al fatto che molte specie svolgono funzioni simili. Nelle radici, invece, – spiega il coautore dello studio Andrea Visca, biotecnologo del Laboratorio ENEA Innovazione delle filiere agroalimentari- le comunità microbiche cambiano notevolmente: la pianta seleziona i batteri che la aiutano a resistere meglio alla mancanza d’acqua». È stato, poi, identificato il cosiddetto core microbiome, ovvero l’insieme di diversi gruppi microbici costantemente presenti in differenti campioni, che giocano un ruolo centrale sia nei processi al suolo che nel modellare crescita, salute e resilienza delle piante ospiti. Sono stati individuati tre batteri “alleati” degli ulivi contro la siccità, ognuno con funzioni complementari: Solirubrobacter, presente nel suolo e spesso associato alla decomposizione della materia organica e al ciclo dei nutrienti, Microvirga, che può vivere in simbiosi con le piante aiutandole ad assorbire nutrienti essenziali come l’azoto, e Pseudonocardia, noto per produrre sostanze antimicrobiche e contribuire alla difesa delle piante da patogeni. Nello specifico, dallo studio emerge che, in condizioni di siccità, i microrganismi presenti nel suolo attivano o aumentano i geni necessari per difendersi e adattarsi, come quelli che migliorano l’utilizzo di nutrienti fondamentali, proteggono le cellule dai danni ossidativi e permettono ai batteri di spostarsi verso ambienti più ricchi di acqua e nutrienti. (Agenbio) Etr 10:00