Roma, 3 novembre 2025 (Agenbio) – Dormiamo peggio e di meno quando entra in vigore l’ora legale. Lo conferma una ricerca del Centro di Medicina del Sonno dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Isernia), condotta insieme ad altri centri italiani. Analizzando 27 studi internazionali, i ricercatori hanno osservato che il passaggio primaverile all’ora legale provoca una riduzione della durata e della qualità del sonno, oltre a un aumento della sonnolenza diurna. Gli effetti sono più marcati nei cosiddetti “gufi”, le persone che tendono a coricarsi tardi e che faticano ad adattarsi al nuovo ritmo. Secondo gli studiosi, lo spostamento in avanti dell’orologio altera temporaneamente il nostro ritmo biologico, creando una sorta di “mini jet lag” che può durare diversi giorni. Al contrario, il ritorno all’ora solare in autunno sembra meno problematico e, in alcuni casi, persino benefico: dormiamo un po’ di più e ci sentiamo più riposati. “Il quadro complessivo – spiegano dal Neuromed – è chiaro: i cambi stagionali, in particolare quello primaverile, influenzano in modo misurabile il sonno e la vigilanza”. Gli esperti sottolineano però che le ricerche finora disponibili hanno limiti metodologici, con campioni piccoli e strumenti di misurazione differenti. Nonostante ciò, la revisione offre una base solida per capire come l’ora legale interferisca con i nostri ritmi circadiani e per valutare eventuali strategie di adattamento. (Agenbio) Des 10:00




