Roma, 23 ottobre 2025 (Agenbio) – Un team internazionale di ricercatori del Cnr-Ismar ha analizzato lo Stretto di Messina integrando dati sismici, rilievi del fondale marino e immagini del sottosuolo. I risultati mostrano che la deformazione della crosta terrestre non si concentra su una singola faglia, ma lungo un ampio corridoio che include la Faglia Ionica, a sud, e la Faglia di Capo Peloro, a nord dello Stretto. I terremoti più frequenti avvengono tra 6 e 20 km di profondità, mentre a livelli maggiori (40-80 km) si rilevano movimenti più complessi, che combinano estensione e compressione. Le analisi confermano che la dinamica prevalente nello Stretto è di tipo transtensivo: una combinazione di estensione della crosta e movimenti laterali, che contribuisce a spiegare la complessità della sismicità locale. (Agenbio) Psa 9:00