Il virus dell’Ebola Sudan può persistere anche a distanza di mesi

Roma, 21 ottobre 2025 (Agenbio) – Più del 50% dei sopravvissuti al virus Ebola Sudan soffre di gravi problemi di salute 2 anni dopo l’infezione, e il virus può persistere nel seme e nel latte materno per diversi mesi. È quanto emerge dallo studio guidato dalla Washington State University e pubblicato su BMC Medicine. La ricerca, condotta su 87 sopravvissuti all’epidemia del 2022-23, confrontata con 176 persone non infette, mostra che il 57,5% dei sopravvissuti ha riportato sintomi debilitanti, come dolori articolari e muscolari (45%), problemi neurologici (36%), disturbi visivi (20%) e depressione. I ricercatori hanno rilevato tracce del virus fino a 210 giorni nel seme e 199 giorni nel latte materno, con casi di riattivazione 8 mesi dopo precedenti test negativi. Significa che i sopravvissuti possono trasmettere il virus a partner e figli ben oltre la fase acuta della malattia. “È la prima volta – spiega Kariuki Njenga, docente alla WSU – che si documentano in modo sistematico gli effetti a lungo termine del virus Ebola Sudan. L’infezione continua a colpire la vita delle persone ben oltre la fine dell’epidemia. Più preoccupante è la possibilità di trasmissione post-ricovero”. Il focolaio in Uganda ha causato 142 casi e 55 morti prima di dichiararlo concluso nel gennaio 2023. Lo studio conferma come i ceppi Sudan e Zaire restino i più letali, con la mortalità fino al 65% e 90%. Sono necessari programmi di assistenza e monitoraggio a lungo termine per i sopravvissuti, mentre prosegue il follow-up a quattro anni. Il lavoro è stato finanziato dai National Institutes of Health (NIH). (Agenbio) Mmo 9:00