Roma, 6 ottobre 2025 (Agenbio) – L’orzo nasce da un intreccio di contributi genetici che rispecchiano le migrazioni, gli scambi e le innovazioni dell’uomo. Lo rivela lo studio dell’Istituto Leibniz per la genetica delle piante e la ricerca sulle colture (Ipk) di Gatersleben. Analizzando il DNA di 682 forme moderne di orzo e di 23 reperti archeologici di 6mila anni fa, se ne è ricostruita la genealogia. “L’orzo non ha un’unica origine – afferma Yu Guo, primo autore dello studio – il suo genoma è un mosaico composto da 5 popolazioni di orzo selvatico studiati nella Mezzaluna Fertile e aree limitrofe”. La Mezzaluna Fertile, culla dell’agricoltura, si estende dall’Iraq fino a Israele e qui la coltivazione dell’orzo iniziò circa 10mila anni fa. La diffusione oltre la Mezzaluna Fertile non è stata semplice. “Questa espansione è stata plasmata dal flusso genico ripetuto tra popolazioni selvatiche locali e varietà di orzo domestiche, dalle migrazioni umane e dal commercio, influenzando la diversità genetica”, afferma Martin Mascher, responsabile del gruppo di ricerca sulla genomica della domesticazione presso l’Ipk. Circa 8.500 anni fa, l’orzo domestico si divise in 3 linee principali: occidentale, orientale ed etiope. L’analisi del DNA antico, in diversi siti archeologici in Israele, dimostra che la diversità genetica è aumentata nel tempo. “La nostra documentazione archeologica asciutta e ben conservata è un tesoro botanico e genetico che apre la strada a nuove linee di ricerca e a domande irrisolvibili”, afferma Ehud Weiss, direttore del Laboratorio di Archeobotanica presso l’Università di Bar Ilan. “Lo studio dimostra quanto la storia umana sia legata alla storia delle piante coltivate – afferma Mascher – leggere il DNA dell’orzo è come leggere diverse migliaia di anni di civiltà umana”. (Agenbio) Mmo 13:00