La seconda infezione da Covid aumenta il rischio di sintomi a lungo termine nei bambini

Roma, 3 ottobre 2025 (Agenbio) – I bambini che per la seconda volta si ammalano di Covid raddoppiano il rischio di sviluppare il Long Covid. Lo spiega uno studio condotto su 465mila bimbi e adolescenti americani e pubblicato su The Lancet Infectious Diseases. Nel periodo che va da gennaio 2022 ad ottobre 2023, il team ha studiato gli effetti che la variante Omicron ha avuto sui più piccoli, confrontando le differenze tra prima e seconda infezione.

Con il primo contagio, sono stati circa 900 su 1 milione coloro che hanno sviluppato il Long Covid entro i successivi sei mesi. Con la seconda infezione il numero è più che raddoppiato, portando con sé una serie di complicanze importanti come infiammazione cardiaca (miocardite), cambiamenti del gusto e dell’olfatto, tromboembolia, malattie cardiache, danno renale acuto, dolore generalizzato, aritmie, enzimi epatici anomali, dolore toracico, affaticamento e malessere, mal di testa, dolore muscoloscheletrico, dolore addominale, problemi di salute mentale, deterioramento cognitivo, problemi cutanei, febbre e brividi, disturbi respiratori.

«Con l’emergere delle varianti Omicron, le reinfezioni sono aumentate notevolmente – scrivono gli autori -. Sebbene le risposte delle cellule T rimangano stabili, le concentrazioni di anticorpi neutralizzanti diminuiscono nel tempo. Durante l’era Omicron, la protezione data dall’infezione naturale è diminuita più rapidamente, con una maggiore frequenza delle reinfezioni soprattutto tra i giovani adulti».

Gli scienziati sottolineano come i vaccini e le altre misure di prevenzione rimangono il modo più efficace per prevenire i contagi, riducendo così il rischio di sintomi a lungo termine. (Agenbio) 13:00