Roma, 12 agosto 2025 (Agenbio) . Al via il conferimento degli incarichi per le autopsie sui corpi di Luigi di Sarno, 52enne di Cercola, e Tamara D’Acunto, 45enne di Diamante, deceduti per intossicazione da botulino dopo aver mangiato un panino venduto in un food truck di Diamante. Per i sei medici indagati la Procura di Paola, con il sostituto procuratore Maria Porcelli, vuole accertare se di Sarno e D’Acunto, morti dopo essersi recati in strutture sanitarie, hanno ricevuto o meno una diagnosi tempestiva. La famiglia di Luigi chiede che si faccia chiarezza e vuole giustizia. Gli specialisti a cui è stato affidato l’incarico si sono divisi in due gruppi. Parte del team effettuerà a Catanzaro l’autopsia per Tamara deceduta mercoledì 6 agosto 2025. In questo caso, sarà necessario prima provvedere alla riesumazione nel cimitero di Cirella, frazione di Diamante, dove la donna è stata seppellita dopo il funerale celebrato il giorno successivo al decesso.
Gli altri periti si occuperanno invece dell’autopsia sulla salma di Luigi. L’esame sarà svolto presso l’ospedale San Giovanni di Lagonegro (Potenza). L’uomo era infatti deceduto nei pressi dello svincolo autostradale del centro lucano mentre rientrava a casa in automobile. Del pool fanno parte specialisti dell’Università Magna Græcia di Catanzaro, e del centro nazionale di riferimento per il botulismo dell’Istituto superiore della sanità. Alla nomina del consulente medico-legale incaricato di eseguire l’esame autoptico parteciperanno, per conto dei familiari della vittima, gli avvocati Sergio Pisani, Angelo Pisani, Maria Napolano e Marco Antonio Cioffi che hanno scelto il medico legale Sabatino Russo come consulente di parte. A Cagliari, intanto, è stata eseguita l’autopsia di Roberta Pitzalis, la 38enne originaria di Guasila, deceduta venerdì scorso all’ospedale Businco, dove era stata trasferita dal Brotzu dopo aver mangiato del cibo con salsa di guacamole alla Fiesta Latina di Monserrato. Dagli accertamenti è emerso che la causa del decesso è riconducibile a intossicazione da botulino e polmonite emorragica. Con il passare dei giorni si delineano i contorni del focolaio di intossicazione da botulino in Calabria, che ha provocato due morti ed il ricovero nell’ospedale di Cosenza di altre quindici persone.
All’origine dell’intossicazione, secondo le analisi dell’Istituto superiore di sanità, ci sarebbero più alimenti e non solo i friarielli venduti in un food truck. Friarielli che, però, saranno comunque ritirati dal mercato: sul sito del ministero della Salute è stato pubblicato il richiamo per due marchi, per sospetto rischio di contaminazione. Il richiamo riguarda due lotti dell’etichetta ‘Bel Sapore’ e due a marchio ‘Vittoria’, provenienti da uno stabilimento del salernitano.
I risultati delle analisi sono stati inviati alla Procura della Repubblica di Paola che coordina le indagini. Nell’inchiesta sono indagate dieci persone, tra cui l’ambulante, tre responsabili delle ditte produttrici del prodotto e sei medici – uno si è aggiunto nelle ultime ore – di due strutture sanitarie del cosentino che hanno avuto in cura Di Sarno e D’Acunto. Nei loro confronti si ipotizzano a vario titolo i reati di omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive.
Dopo una serie di accertamenti e gli esiti delle analisi dell’Istituto superiore di sanità, l’ipotesi è quella che venisse utilizzato un “solo attrezzo da cucina per maneggiare gli alimenti, altrimenti non si spiega”, ha spiegato il procuratore Domenico Fiordalisi. Ma sul tema è intervenuto il difensore del commerciante ambulante. I prodotti in vendita nel truck food del “mio assistito non stavano esposti al sole e aperti ma erano conservati in frigo e aperti all’occorrenza” – ha spiegato Francesco Liserre secondo cui la contaminazione era all’interno dei prodotti. (Agenbio)