Specializzazioni, una nuova era per i Biologi: l’editoriale del presidente D’Anna

Roma, 25 luglio 2025 (Agenbio) – “Le professioni sanitarie non mediche? Subiscono una disparità di trattamento rispetto ai laureati in medicina per quanto concerne l’attribuzione delle borse di studio per gli specializzandi ed il numero, troppo limitato, di posti disponibili nelle scuole di specializzazione”. E’ questa la lamentazione – proveniente soprattutto dai più giovani iscritti all’Albo dei Biologi – che risuona, ogni anno, puntuale ed identica, come una sorta di cacofonica colonna sonora la cui eco è giunta fino ai giorni nostri. Ebbene: è arrivato finalmente il momento in cui quella lamentazione potrà cessare di fungere da “filo conduttore” tra le vecchie e le nuove generazioni. Oggi infatti è stato infranto un tabù!! La borsa per gli specializzandi “non medici” non è più un miraggio, ancorché risulti ancora troppo bassa, come valore, rispetto a quella per i laureati in medicina. Siamo tuttavia certi che in un prossimo futuro anche l’entità sarà parificata a quella dell’altra categoria degli specializzandi. Ora, pur facendo i classici scongiuri di rito, pare che a breve possa crollare anche l’altro ostacolo, ossia l’aumento del numero dei posti riservati ai “non medici” nei concorsi alle scuole di specializzazione in taluni specifici ambiti. La cosa non è di poco conto perché stavolta a proporre un meccanismo di equa compensazione non è solo la FNOB, insieme agli altri Ordini Professionali, quanto i due Ministeri competenti, ossia i Dicasteri dell’Università e della Salute. Un emendamento a firma del Ministro Anna Maria Bernini con l’annesso parere favorevole del ministro Orazio Schillaci è stato infatti depositato per determinare una vera e propria rivoluzione copernicana in questo particolare ambito. Si tratta di un ben congegnato, quanto semplice, meccanismo che porterà a coprire tutti i posti destinati ai laureati in medicina resi vacanti dalla mancata partecipazione dei medesimi alle prove per l’accesso alle scuole di specializzazione. Quelli invece non coperti per carenza di domande verranno assegnati automaticamente ai rappresentanti delle categorie sanitarie che concorrevano insieme con i medici alla copertura dei posti in quella specializzazione. Sono ormai anni che l’80 percento dei posti messi a concorso in Patologia Clinica (Biochimica Clinica), Microbiologia e Virologia, Genetica, Ematologia, Scienza dell’Alimentazione, Epidemiologia e Statistica Sanitaria vanno deserti. Si tratta di un cospicuo numero che nel 2024 ha sfiorato la soglia dei 650 posti messi a concorso! Se la tendenza dovesse confermarsi oppure, come largamente previsto, incrementarsi, nel corso del 2025 quei posti andrebbero assegnati in grandissima parte ai Biologi classificati come idonei, ai quali si aggiungerebbero i vincitori di concorso per i posti inizialmente già previsti per gli stessi Biologi. La borsa riconosciuta ai Biologi così subentrati, resterebbe quella destinata ai laureati non medici senza alcun incremento, la qual cosa comporterà anche un risparmio di spesa per lo Stato. Ma c’è di più. All’orizzonte è prevista, con un provvedimento a parte, anche la possibilità che i Biologi possano accedere alla scuola di Anatomia Patologica ove si rilevano identiche carenze di partecipanti medici. Insomma, si apriranno nuove “possibilità” per le specializzazioni alle quali si può già accedere ed altre ancora si spalancheranno nei prossimi mesi. Non a caso un altro emendamento, che gode del parere favorevole del MUR, aprirà le porte a nuove specializzazioni nell’area extra-sanitaria, come quella Ambientale, un campo in cui i Biologi sono ancora sottovalutati e sottostimati nei ruoli delle pubblica amministrazione, come ad esempio l’accesso ad Igiene Ambientale ed alla Laboratoristica Ambientale, che finora si è svolta in modalità semiclandestina ed unicamente sul versante privato. Per dirla tutta: ci attendono giorni in cui l’intera categoria raccoglierà i frutti tanto attesi e sperati. Avremo consensi e plausi? Non credo. I Biologi, spiace a noi dirlo e agli altri sentirlo, sono dei “benaltristi”: aspettano cioè, sempre “ben altro” e spesso godono più nel rimarcare le carenze che le conquiste. Un limite che come un lascito ci portiamo dietro come una sorta di condanna.

Vincenzo D’Anna, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi