Roma, 18 luglio 2025 (Agenbio) – Le analisi dei dati a singola cellula (single-cell) e a risoluzione spaziale (spatial) hanno rivoluzionato la ricerca biomedica. I ricercatori dell’Università di Trento hanno elaborato “Cell Marker Accordion”, uno strumento che rende più chiara e robusta l’identificazione dei tipi cellulari nei dati di nuova generazione. I risultati della ricerca, condotta con l’Università di Yale, l’Università di Trondheim, Policlinico di Milano e l’Istituto di Biofisica del Cnr, sono stati pubblicati su Nature Communications. “Abbiamo voluto costruire uno strumento che aiuti chi fa ricerca non solo a classificare le cellule, ma anche a capire perché sono state classificate in un certo modo” – spiega Emma Busarello, dottoranda in Scienze biomolecolari all’Università di Trento e prima autrice del lavoro -. Spesso i software danno un risultato, ma non dicono come ci sono arrivati. Volevamo fare qualcosa di più trasparente e utile. Il nome dello strumento – ‘accordion’, fisarmonica – richiama proprio l’idea di armonizzare previsioni diverse per arrivare a un risultato più robusto”. Il software può segnalare la presenza di cellule staminali leucemiche o plasmacellule tumorali, suggerendo quali geni potrebbero essere coinvolti nelle alterazioni. “Il nostro strumento non si limita a dire che tipo di cellula è presente, ma aiuta a scoprire quali geni la rendono unica e diversa dalle altre – aggiunge Toma Tebaldi, docente presso il Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata – Cibio dell’Università di Trento e corresponding author della ricerca -. Questo può aiutare a individuare nuovi biomarcatori o bersagli terapeutici”. Tra gli obiettivi futuri: adattare lo strumento a nuovi tipi di dati e mantenerlo aggiornato. “Un software scientifico non si esaurisce con una pubblicazione – conclude Tebaldi – deve essere mantenuto, continuamente migliorato e reso progressivamente più utile alle nuove scoperte. Anche questo è un servizio fondamentale alla ricerca”. Il progetto sviluppato al Dipartimento Cibio ha coinvolto gruppi di ricerca con competenze specifiche, dai tumori cerebrali ai tumori del sangue, team coordinati da Paolo Macchi, Maria Caterina Mione, Luca Tiberi dell’Universita’ di Trento e da Gabriella Viero del Cnr, Giulia Biancon (Policlinico di Milano), l’Università di Trondheim e Stephanie Halene, della School of Medicine di Yale. È stato condotto con il sostegno di Airc, Ail Trento e Bolzano, Fondazione Vrt, un bando a cascata del centro nazionale per lo Sviluppo di Terapia Genica e Farmaci con Tecnologia a RNA (Pnrr) e il dipartimento di eccellenza Cibio. (Agenbio) Mmo 14.00