Roma, 15 luglio 2025 (Agenbio) – La tempestività nella somministrazione di farmaci anti-osteoporotici in pazienti con fratture da fragilità riduce notevolmente il rischio di rifrattura imminente.
Lo confermano i risultati di uno studio pilota pisano pubblicato su Frontiers, da cui è emerso anche come ci sia un diffuso ritardo nella prescrizione di una terapia antifratturativa con farmaci anti-osteoporotici (Aom) che, se somministrata precocemente, potrebbe invece prevenire ulteriori rotture causate da fragilità ossea.
Lo studio ha raccolto le storie cliniche pregresse di 500 pazienti osteoporotici adulti, di entrambi i sessi, con fratture da fragilità primarie o secondarie, selezionati casualmente dal 2014 a fine 2023 fra quelli presentatisi all’ambulatorio fratture da fragilità dell’Aou pisana.
Sono stati quindi identificati coloro che avevano ottenuto la prescrizione di farmaci anti-osteoporotici entro 2 mesi e coloro che non lo avevano ottenuto. L’insorgenza di rifratture è stata valutata retrospettivamente in entrambi i gruppi, seguita da un’analisi della sopravvivenza e del rischio.
I risultati hanno mostrato che oltre l’80 per cento aveva ricevuto la terapia in significativo ritardo, che il gruppo non trattato era più incline alla rifrattura (78 per cento) rispetto al trattamento precoce (48 per cento) e che nel gruppo che aveva ricevuto le cure tempestivamente si evidenziava una probabilità di rifrattura inferiore del 44 per cento. (Agenbio) Etr 13.00