Roma, 3 luglio (Agenbio) – Secondo una ricerca condotta da scienziati dell’Università di Zhejiang e dell’Università di Aeronautica e Astronautica di Nanchino, in Cina, l’odore del cerume può essere un segnale precoce del morbo di Parkinson.
I ricercatori sono partiti dai risultati di precedenti indagini, in cui era stato dimostrato che il sebo nei pazienti con Parkinson assume un odore peculiare, come di muschio e dolciastro. Essendo esposta all’ambiente esterno, però, la pelle può subire mutamenti del suo odore che, dunque, diventa inaffidabile per le diagnosi. Da qui l’idea di concentrare il lavoro di ricerca sul cerume, che si trova all’interno del canale uditivo ed è più protetto del sebo. Gli studiosi hanno quindi arruolato circa 200 persone, di cui 108 affette da Parkinson, e raccolto campioni della sostanza cerosa. Dall’analisi dei composti volatili, i ricercatori hanno determinato che quattro di essi sono strettamente associati al Parkinson e dunque potenziali biomarcatori: etilbenzene, 4-etiltoluene, pentanale e 2-pentadecil-1,3-diossolano. Dopo aver opportunamente addestrato un peculiare sistema olfattivo di intelligenza artificiale (AIO) basato su questi composti organici volatili, i ricercatori hanno messo a punto un algoritmo che è in grado di identificare il Parkinson dall’odore del cerume con una precisione del 94,4 per cento. (Agenbio) Etr 11.00