Roma, 12 giugno 2025 (Agenbio) – Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista New Phytologist, guidato da Jessica Pazzaglia, prima autrice e ricercatrice presso la Stazione Zoologica Anton Dohrn, cui ha partecipato anche l’Università di Trieste, ha rivelato come le fanerogame marine possano “ricordare” e rispondere più efficacemente agli stress ambientali grazie a un processo noto come priming: le piante del mare possono quindi avere memoria di eventi stressanti avvenuti nel corso della loro vita. Un esempio su tutti: gli sbalzi di temperatura. Questi stress vengono così recepiti e memorizzati attraverso etichette molecolari al Dna in corrispondenza di geni chiave. La ricerca rappresenta un passo avanti importante per capire come le piante marine riescono ad affrontare meglio le condizioni avverse future, e apre nuove strade per la conservazione e il ripristino degli ecosistemi marini. (Agenbio) 11.00