In migliaia alla manifestazione dei biologi all’Auditorium, D’Anna: “Siamo qui per difendere tutti i biologi, la farmacia dei servizi va regolamentata”

Roma, 13 maggio 2025 – Ha appena finito il suo intervento il presidente della Federazione Nazione degli Ordini dei Biologi, Vincenzo D’Anna, che ha aperto i lavori della convention dal titolo: “Prestazioni Specialistiche – Tutelare requisiti e competenze professionali per garantire il diritto alla salute”. Il presidente D’Anna ha esordito sottolineando il valore della professione dei biologi: “La biologia è una scienza giovane e il biologo del terzo millennio diverrà una figura centrale nel mondo delle professioni sanitarie con competenze definite e riconosciute”. E poi uno dei temi caldi, più dibattuti quello relativo alla nuova farmacia dei servizi: “Voglio sgomberare il campo ad ogni dubbio – ha detto D’Anna -, non siamo contro i farmacisti, ma al contrario vogliamo essere propositivi. Il poct (point of care testing) ovvero il test di prelievo capillare esiste già da tempo, anche nelle strutture ospedaliere, ma non vale per tutti i singoli esami e poi resta necessaria l’assunzione di responsabilità – ha spiegato il presidente Fnob. In tal senso a proposito della convenzione stipulata con il Ministero: “E’ necessario che vi sia un’assunzione di responsabilità da parte del farmacista che non può firmare il referto, ma solo un attestato di esito”. Attestato di esito e non referto, un passaggio sostanziale nella definizione che delimita ambiti e professionalità. “Ci vuole una legge che dica chi faccia cosa” – ha dichiarato il presidente della Federazione dei Biologi. Di qui l’appello al ministro della Salute Orazio Schillaci affinché si definisca una norma in tal senso: “Esigiamo rispetto, i diritti non sono negoziabili. Le leggi sono necessarie per tutelare i diritti del cittadino e di tutte le categorie delle professioni sanitarie”. Infine una riflessione sui laboratori di analisi accreditati: “La legge risalente al 2006 richiede i requisiti di efficienza per i laboratori. Chi non rispetta questi standard non può far finta di nulla”. Sull’adeguamento alla normativa, i dati disponibili rilevano che le criticità esistono soprattutto al Sud Italia. Mettersi in regola significa rispettare i cittadini ma anche la professionalità di quei biologi che spesso sono sfruttati per sette, otto euro all’ora. Questo non lo possiamo permettere – ha concluso D’Anna -, siamo un Ente sussidiario dello Stato che osserva le leggi e mette al centro la salute del cittadino e difende la professionalità dei biologi”.