Roma 30 aprile 2025 (Agenbio) – Prolungare la freschezza delle fragole italiane, ridurre gli sprechi e innovare la filiera agroalimentare con materiali biodegradabili. È questo l’obiettivo del nuovo packaging “intelligente” sviluppato da ENEA, in collaborazione con l’Università degli Studi della Tuscia e l’azienda ILIP, che permette di conservare le fragole “Favette” fino a 12 giorni, mantenendone inalterate qualità e sicurezza.
La varietà “Favette”, tipica del Lazio e riconosciuta tra i prodotti agroalimentari tradizionali italiani, è rinomata per il suo sapore e l’alto contenuto di antiossidanti e micronutrienti. Tuttavia, è anche estremamente deperibile: una fragilità che ne ostacola la distribuzione su larga scala. Per risolvere questo limite, i ricercatori hanno messo a punto un sistema di confezionamento a base di oli essenziali, probiotici e sostanze naturali come chitosano, nisina e gallio, in grado di contrastare la proliferazione di batteri e funghi.
Il progetto, i cui risultati sono stati pubblicati su riviste scientifiche internazionali come Frontiers in Microbiology, Journal of Microbiological Methods e MDPI, rappresenta una significativa innovazione nel campo della conservazione alimentare. L’efficacia del nuovo imballaggio è stata validata attraverso analisi microbiologiche avanzate: le fragole trattate hanno mostrato una carica microbica nettamente inferiore rispetto a quelle confezionate con materiali tradizionali.
Inoltre, grazie alla collaborazione con l’Istituto IBA di Bucarest, è stato possibile verificare la sicurezza e la conformità dei materiali impiegati, garantendo il rispetto delle normative europee per il settore ortofrutticolo.
«Il nostro obiettivo è quello di coniugare qualità, sicurezza e sostenibilità, offrendo soluzioni concrete per migliorare la conservazione dei prodotti agricoli italiani,» spiega Annamaria Bevivino, dirigente di ricerca ENEA. «Questo tipo di packaging innovativo non solo allunga la shelf-life delle fragole, ma riduce anche la necessità di conservanti chimici e limita l’uso della plastica convenzionale.»
Un altro aspetto centrale del progetto è la biodegradabilità e compostabilità degli imballaggi: una scelta che riduce l’impatto ambientale e contribuisce alla transizione verso un’economia circolare in ambito agroalimentare.
Il progetto nasce all’interno di un dottorato di ricerca in collaborazione con l’Università della Tuscia e un assegno ENEA finanziato dal partenariato OnFoods, supportato dal PNRR. I risultati sono stati illustrati in prestigiosi contesti internazionali, tra cui la conferenza EFFoST 2024 in Belgio e il simposio “Seeds of Innovation: SPVA PhD Research Symposium” a Viterbo. In quest’ultima occasione, Valeria Poscente, assegnista di ricerca ENEA, ha ricevuto una menzione speciale per la capacità di trasferire le conoscenze scientifiche in soluzioni pratiche e innovative.
Questo studio rappresenta un passo concreto verso sistemi di imballaggio più intelligenti, ecologici e funzionali, che possano proteggere il valore delle eccellenze italiane e allo stesso tempo rispondere alle sfide ambientali globali. (Agenbio) Eleonora Caruso 9:00