Antartide: scoperta la traccia di un’antica ondata di calore medievale che cambiò il paesaggio glaciale

Roma 30 aprile 2025 (Agenbio) – Un sorprendente evento di fusione glaciale avvenuto circa mille anni fa, durante il cosiddetto Periodo Caldo Medievale, ha lasciato un’impronta ancora visibile su un ghiacciaio dell’Antartide orientale, nella Terra Vittoria settentrionale. A rivelarlo è uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Communications Earth & Environment, che documenta un episodio di riscaldamento climatico improvviso avvenuto tra il 1035 e il 1124 d.C., capace di modificare in modo significativo il paesaggio glaciale.

La ricerca, guidata da Emanuele Forte (Università di Trieste) e Mauro Guglielmin (Università dell’Insubria e Centro di Ricerca sui Cambiamenti Climatici), ha coinvolto anche Maurizio Azzaro (CNR-Istituto di Scienze Polari), Nicoletta Cannone, Alessandro Longhi (Università dell’Insubria) e Ilaria Santin (ETH Zurigo), ed è stata condotta nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA).

Gli studiosi hanno identificato un fenomeno mai osservato prima: il passaggio di grandi volumi d’acqua di fusione, generati dal riscaldamento, ha inciso un canale lungo almeno 4 chilometri sulla superficie del ghiacciaio e trasportato sedimenti in modo simile a un fiume. Questo deflusso ha lasciato una marcata discontinuità nella stratigrafia del ghiaccio e depositi sedimentari con una struttura “gradata”, cioè formati da strati decrescenti di materiale, segno di un progressivo rallentamento del flusso idrico.

Ciò che rende eccezionale questo evento è il fatto che sia avvenuto in un’epoca preindustriale, durante una fase naturale di riscaldamento climatico globale, e in una zona dell’Antartide orientale che oggi è completamente innevata e stabile, senza segni di fusione superficiale. A differenza delle attuali dinamiche osservate nei pressi della banchisa di Nansen, l’episodio medievale si distingue per la sua intensità e per le durature modifiche al paesaggio glaciale che ha causato.

«La scoperta dimostra che anche brevi ma intensi episodi di riscaldamento possono lasciare tracce permanenti nei ghiacciai e alterare profondamente il loro equilibrio», spiegano i ricercatori. Inoltre, questo evento non risulta facilmente rilevabile con le tradizionali tecniche di analisi paleoclimatica, evidenziando la necessità di nuovi approcci per interpretare il passato climatico della Terra.

Il progetto, realizzato con il supporto del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e la collaborazione del CNR, ENEA e dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), offre uno sguardo inedito sulla sensibilità dei ghiacciai antartici ai cambiamenti climatici repentini e lancia un segnale importante anche per il presente: se eventi naturali del passato sono riusciti a incidere così profondamente, i fenomeni estremi legati al riscaldamento globale in corso potrebbero avere conseguenze ancora più impattanti nel futuro. (Agenbio) Eleonora Caruso 9:00