Roma, 16 maggio 2024 (Agenbio) – Nel 2023 si è registrato un boom di casi di streptococco tra i più piccoli. Ma come mai? La spiegazione, secondo uno studio condotto presso l’Università Cattolica – IRCSS Fondazione Policlinico Gemelli e pubblicato sulla rivista scientifica “Lancet Microbe”, consisterebbe nel debito immunitario legato alle protezioni usate durante la pandemia di Covid-19. Quello circolato più di tutti è stato l’immunotipo M1 che è pure il più grave e virulento. La ricerca, condotta presso l’osservatorio del Pronto Soccorso pediatrico diretto dal dottor Antonio Chiaretti, ha raccolto dati dal 2018 e il 2023 concentrandosi particolarmente sull’incidenza dell’infezione da Streptococcus pyogenes (GAS). Tra il 2020 e il 2022 le infezioni da streptococco si erano sensibilmente ridotte: “Le misure di protezione non farmacologiche, come la mascherina, hanno ridotto il contatto con il microrganismo e l’infezione”, ha spiegato Chiaretti. Maurizio Sanguinetti, professore ordinario di Microbiologia presso la Cattolica, direttore del Dipartimento Scienze di Laboratorio e infettivologiche, nonché coordinatore della ricerca, ha poi proseguito: “Il sospetto è che i bambini essendo stati protetti in modo importante durante il Covid, non abbiano sviluppato la normale immunità parzialmente protettiva nei confronti dell’infezione. E il contatto coi microrganismi è fondamentale per allenare il sistema immunitario a rispondere alle infezioni”. (Agenbio) 11:00 Des