Considerazioni sull’intesa tra FNOB, FOFI, Federfarma e Federalab

Gentili Colleghi,

Sento la necessità ed il dovere di rivolgermi ai biologi laboratoristi ed in particolare a tutti coloro che esercitano nel rispetto delle leggi e dei requisiti da queste richieste la loro attività professionale. Tuttavia sono ancora presenti nel comparto soggetti che non svolgono attività professionale ma solo imprenditoriale ed a questa logica sono vocati. Così come sono ancora presenti colleghi che antepongono alla conoscenza ed alla riflessione una preventiva lamentela, la pretesa ignara ed immotivata che tutto resti immutabile e conveniente in aderenza al proprio modo di vedere il mondo. Questi accampano sempre e comunque contestazioni ancorché non si siano mai posti il problema che l’accentuazione della meccanizzazione e l’introduzione di metodiche POCT in laboratorio abbiano sovvertito antiche certezze e modalità di operare.

Espongo il mio parere alla vostra attenzione perché nutro la convinzione, dopo anni di lotte per tutelare la categoria, disinteressatamente, che la stessa non sia espressione di quei pochi critici e renitenti agli adeguamenti, che sono la fonte da cui promanano critiche immotivate su tutto quello che, pur con grandi sforzi, si porta a casa.

Per quanto riguarda l’intesa con FOFI, Federfarma e Federlab, occorre puntualizzare che, al momento, si tratta di enunciati, di propositi che si spera possano tradursi in modifiche al Decreto legge varato dal Consiglio dei Ministri e che a larga maggioranza il Parlamento si accinge ad esaminare ed approvare. La Farmacia dei servizi è una realtà territoriale già esistente da tempo e, per quanto riguarda le analisi di laboratorio, non ha aggiunto molto a quello che già esiste. Certo, vanno riviste le tipologie degli esami eseguibili su sangue capillare, l’unico ammesso, per determinazioni in farmacia, escludendo quelli a complessità tecnologica e professionale e che non sono affatto affidabili ed utilizzabili se eseguiti con metodi veloci e su sangue capillare.

Occorrerà quindi ribadire il ruolo centrale dei biologi analisti anche in questa tipologia di servizi territoriali, inserendo i medesimi anche entro altre entità sanitarie come le migliaia di nascenti Case di Comunità, dalle quali oggi siamo esclusi irrimediabilmente. Bisognerà promuovere la competenza professionale dei biologi ed evitare di rimanere tagliati fuori da queste strutture dando ai laboratori di analisi il ruolo, lo spazio e le opportunità che meritano.

La questione è di nuovo sul tavolo di discussione anche per volontà del Governo e del Ministro Schillaci, del sottosegretario Gemmato, oltre che per la disponibilità dei farmacisti e questo ci conforta e ci induce a ritenere che sia stato fatto un passo in avanti. Appare assurdo che ci si possa lamentare prima che siano noti gli esiti del confronto e le ipotesi di modifiche legislative da apportare all’attuale Decreto, in sede di conversione legislativa.

I tempi cambiano ed occorre mettersi in sintonia, conciliare gli interessi, e non servono gli strepiti di coloro che pretendono di andare in paradiso a dispetto dei santi. Eppure la recente vicenda del rinvio e revisione del Tariffario della specialistica ambulatoriale pare già dimenticata, una parentesi che ha perso l’iniziale drammaticità. Non si intravedono forme né di riconoscenza né di fiducia verso coloro che operano. Peraltro manca, in generale, uno spirito di categoria che elimini le enclavi costituite da gruppi di biologi dediti ad una specifica attività professionale, chiusi nel loro mondo, come se questa modalità possa esulare dalla importanza della intera categoria.

Siamo, purtroppo, abituati alla manifestazione di pensiero in libera uscita, proferita da chi di nulla si interessa e tutto critica. La professione è cosa diversa dalla imprenditoria e non obbedisce solo alla legge del profitto, ma anche all’insieme dei fattori deontologici dei professionisti. Su questo, siamo certi, non indieteggeremo innanzi ai piccoli egoismi di bottega ed alla inosservanza delle leggi.

Gli Ordini non possono servire due padroni, ma solo quello che consapevolmente si adegua alle norme e rivendica i diritti compatibili e perseguibili concretamente. Quel che conta è far inserire la categoria nelle leggi decisive per aprire spazi di operatività finora mai raggiunti.

Chi crede di poter fermare i cambiamenti e la modernità resterà disilluso e non permetteremo che la categoria sia assimilata e danneggiata da tali soggetti. Vi terremo informati adeguatamente e chiederemo a tutti gli Ordini Regionali ed alla FNOB pareri ed approvazione di un operato che finora è stato limpido e fecondo.

 

Sen. Dott. Vincenzo D’Anna

Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi