Non c’è peggior sordo…

In anteprima, l’editoriale che sarà pubblicato sul numero di marzo del “Giornale dei Biologi”.

 

di Vincenzo D’Anna*

Sono ormai sei anni che il “Giornale dei Biologi” online arriva, ogni mese, puntuale, sui vari device digitali degli iscritti. Giunge a Voi con il proprio carico di informazioni, notizie e dei preziosi crediti ECM gratuiti del servizio “formare informando” che sarà riattivato ad aprile prossimo, insieme con il “Diario Formativo” che garantirà ad ogni iscritto trenta crediti ECM sul triennio.

È noto quindi, a coloro che leggono il periodico della FNOB, che i miei editoriali sono spesso improntati a sopire gratuite lamentele e varie commiserazioni da parte di quegli iscritti che seguono le vicende ordinistiche per “sentito dire”, affidandosi a fonti di informazioni spurie, spesso palesemente infondate oppure male intese, se non false ed inventate di sana pianta! Costoro formano e alimentano gruppi social chiusi, sorta di conventicole esoteriche che si parlano addosso e si scambiano elementi privi di consistenza e aderenza al vero.

Certo, abbiamo recuperato, nel corso degli anni, nell’accorciare le distanze tra amministratori e amministrati, e oggi abbiamo raggiunto la bella quota di circa sessantamila iscritti, il che equivale a un incremento del 20 per cento. Di questi circa cinquantamila utilizzano l’area riservata. Qui l’incremento è ancora maggiore toccando il duecento percento! Tuttavia, questo ancora non basta perché sono molti quelli che non leggono e non seguono la vita degli Ordini regionali né quella della Federazione nazionale.

Pensate: è stato calcolato che circa il 35% degli iscritti ignora informazioni e notizie e che il 20% non è nemmeno raggiungibile via PEC! In questo contesto molti sono destinati a crescere ignari del mondo che è cambiato, dei progressi fatti dall’ONB prima e dalla FNOB poi, nell’arco temporale di vigenza di questi enti (ultimi sette anni!). Emergono quindi, costoro, come tanti sprovveduti filosofi della critica, pronti a ragionare da orecchianti, elevando lamentele nel momento in cui qualcosa giunge loro “non gradita”, ignorando tutto quanto di buono ci sia stato nel rimanente!

Certo che con il decentramento amministrativo contiamo di recuperare altra attenzione e partecipazione sui territori, soprattutto in quelle regioni dove la dirigenza non sempre è in grado di riferire agli iscritti correttamente e compiutamente lo stato delle cose. Le bugie per nascondere le proprie mancanze sono sempre di moda. Ma queste ultime sono piccole beghe che vanno riducendosi per numero e rilevanza innanzi alla mutata prospettiva offerta ai colleghi e alla categoria in generale dei Biologi italiani nel suo complesso.

Quello che conta invece è l’attività complessiva svolta al servizio dei Biologi, la virtuosa sommatoria di eventi locali organizzati dagli Ordini e le attività nazionali messe in campo dalla FNOB. Un dato eclatante, calcolato per difetto, e inequivocabile è il numero di eventi scientifici, corsi ECM, Master e Summer School, svoltisi (o in corso di svolgimento) nei primi tre mesi di questo anno. Pensate: ai sette eventi patrocinati e finanziati dalla Federazione se ne sono aggiunti altri… quaranta distribuiti nelle singole regioni! Il che significa che nell’arco dell’anno solare il combinato disposto delle attività della FNOB, in uno con la Fondazione Italiana Biologi e con lo sforzo profuso dagli undici Ordini regionali supererà la soglia dei duecento appuntamenti! Quasi tutti gratuiti!

Se solo considerassimo questo aspetto, al netto di tutti quanti gli altri servizi, tutele e opportunità professionali messe a disposizione degli iscritti, non troveremmo scandaloso (oppure non conveniente) pagare qualche decina di centesimi al giorno in più per la quota d’iscrizione! Certo, ci sono anche quelli che essendo partecipi di enti pubblici, soprattutto ospedalieri, attingono una parte di quei servizi dalle associazioni sindacali e quindi sono insensibili al ritorno che pure viene loro in termini di servizi ed eventi dagli Ordini. Questi colleghi preferirebbero pagare poche decine di euro di quota annuale potendosene fregare dell’offerta complessiva che pure è (anche) loro destinata. Un atto di egoismo nei confronti di una categoria che fingono di difendere dagli aumenti!

Un’altra voce che si è levata, per lo stesso motivo di aumento quota, è quella dei colleghi “disoccupati”, ossia di quanti ritengono improbo e gravoso qualsiasi aumento, dimenticando di comparare quest’ultimo al risparmio accumulato grazie all’Ente di rappresentanza professionale, per la gratuità di tanti eventi e formazione. Ebbene, a questi colleghi va detto che se l’attività che svolgono non consente loro di muovere qualche decina di euro all’anno, la cosa lascia amaramente riflettere circa la scarsa remunerazione che ricavano dall’esercizio della professione! A questi allora offriremo formazione gratuita anche in altri campi di attività per una riconversione professionale. Anche questo credo valga il sacrificio economico.

In ogni caso, rimane il fatto che quel che è insopportabile per chiunque è l’ascolto di coloro che… non voglio sentire! Che lo facciano per ignoranza o per egoismo cambia poco o nulla…

 

*già parlamentare