L’aminoacido triptofano fattore di rischio per l’artrite

Roma, 22 marzo 2024 (Agenbio) – All’interno del microbioma intestinale, la scomposizione dell’aminoacido triptofano può provocare la formazione dell’indolo, una sostanza infiammatoria che potrebbe favorire lo sviluppo di alcune malattie infiammatorie come artrite reumatoide e spondiloartrite.

La scoperta, pubblicata sul Journal of Clinical Investigation, porta la firma di un gruppo di ricercatori del Colorado.

Oltre a essere alla base della produzione delle proteine, il triptofano è il precursore della serotonina, il neurotrasmettitore che regola l’umore. Il corpo non è in grado di produrlo autonomamente e lo assume attraverso cibi come carne, pesce, latticini, noci e alcuni semi.

I ricercatori hanno osservato che il processo di digestione di questi alimenti in pazienti affetti da spondiloartrite cambiava il loro microbioma intestinale, modificando anche la produzione di indolo dal triptofano e generando uno stato di infiammazione.

Per verificare questo processo, gli studiosi hanno somministrato antibiotici a un gruppo di topi, così da eliminare il loro microbioma, mentre a un altro gruppo è stata impartita una dieta a ridotto apporto di triptofano: nessuno dei due gruppi ha sviluppato artrite e nessuno dei due presentava indolo nel sangue.

In presenza dei sottoprodotti infiammatori, i topi cominciano a sviluppare cellule T autoreattive, che sono alla base delle malattie autoimmuni, mentre diminuiscono i livelli di cellule T regolatorie, che invece aiutano a mantenere l’equilibrio del sistema immunitario. Questo determina la produzione di anticorpi più patogeni.

Da queste osservazioni, i ricercatori sono giunti alla conclusione che capire come bloccare la produzione dell’indolo a partire dal triptofano potrebbe rappresentare una nuova strategia terapeutica sia contro l’artrite reumatoide che la spondiloartrite. (Agenbio) Etr 12:00.