L’identificazione dell’accumulo di proteine del morbo di Parkinson potrebbe aiutare la diagnosi precoce e aprire la strada a migliori trattamenti

Roma, 4 maggio 2023 (Agenbio) – Una tecnica che identifica l’accumulo di depositi proteici anomali legati al morbo di Parkinson potrebbe aiutare nella diagnosi precoce e svolgere un ruolo chiave anche nella caratterizzazione della malattia, secondo una ricerca dell’Università della Pennsylvania Perelman School of Medicine pubblicata sulla rivista The Lancet Neurology. La tecnica, nota come saggio di amplificazione del seme dell’α-sinucleina (αSyn-SAA), è in grado di rilevare con precisione le persone con la malattia neurodegenerativa e può consentire l’identificazione degli individui a rischio e quelli con sintomi precoci non motori prima della diagnosi. La presenza di aggregati proteici di α-sinucleina mal ripiegati nel cervello – che la tecnica aiuta a identificare – è il segno distintivo patologico della malattia di Parkinson. Lo studio trasversale di 1.123 partecipanti conferma che la tecnica è estremamente accurata nell’identificare le persone con malattia di Parkinson indipendentemente dalle caratteristiche cliniche, rendendo possibile una diagnosi accurata nelle fasi iniziali della malattia. (Agenbio) Cdm 12:00