Nuovi antibiotici potrebbero contrastare i batteri della tubercolosi farmacoresistenti

Roma, 16 giugno 2022 (Agonb) – L’infezione da Mycobacterium tuberculosis (comunemente chiamata tubercolosi) uccide 1,5 milioni di persone nel mondo ogni anno: esistono antibiotici per trattarla (per la precisione un cocktail di antibiotici somministrati per un anno, ciascuno dei quali con importanti effetti collaterali), ma negli ultimi anni si sono sviluppati ceppi multiresistenti, alcuni ampiamente resistenti, altri totalmente resistenti.

Una soluzione potrebbe arrivare da una nuova classe di antibiotici alla quale sta lavorando un team guidato da Ho-Yeon Song dell’Università di Soonchunhyang nella Repubblica di Corea, come decritto in uno studio pubblicato su PLOS Biology. Si tratta di una una nuova classe di antibiotici altamente efficace che, se convalidata negli studi clinici, rappresenterebbe un importante progresso nel trattamento della tubercolosi. Per sviluppare nuovi farmaci candidati, gli autori hanno prima esaminato un’ampia varietà di estratti vegetali e ne hanno trovato uno con un’attività antibatterica particolarmente promettente: la deossipergularinina, purificata dalla radice del Cynanchum atratum, una pianta fiorita usata nella medicina tradizionale cinese.

I ricercatori hanno proceduto a produrre e testare più analoghi del di questo estratto per la loro capacità di inibire il batterio senza danneggiare le cellule infettate. Hanno così identificato una classe di derivati (denominati collettivamente PP, in base alla presenza di gruppi fenantrenici e pirrolidinici all’interno delle strutture) con elevati effetti antitubercolari e bassa tossicità. Per diversi derivati, una misura standard dell’effetto antibatterico, nota come concentrazione minima inibitoria, era inferiore (cioè: migliore) rispetto agli attuali farmaci per la tubercolosi.

Quattro settimane di trattamento con un derivato, chiamato PP1S, hanno ridotto significativamente il carico di infezione rispetto al gruppo di controllo. Né PP1S né un secondo derivato, PP2S, hanno prodotto effetti collaterali clinici dopo due settimane di trattamento ad alte dosi e non sono stati osservati effetti avversi dopo quattro settimane di terapia a dosi intermedie con PP2S. (Agonb) Cdm 09:00.