Come le cellule immunitarie entrano nei tessuti e proteggono l’organismo

Roma, 13 gennaio 2021 (AgOnb) – Pubblicata su Plos Biology la scoperta dell’Istituto di Scienze e tecnologie in Austria e dell’Università di medicina di Vienna che ha individuato delle cellule immunitarie capaci di sfruttare uno strato protettivo di filamenti di actina per invadere i tessuti potenzialmente danneggiati e proteggere l’organismo. Il team, guidato da Daria Siekhaus, Vera Belyaeva, Stephanie Wachner e Attila Gyoergy, ha analizzato degli embrioni di moscerini della frutta per capire i meccanismi alla base del processo di invasione cellulare e studiare come le cellule immunitarie raggiungono l’interno dei tessuti. Comprendere le dinamiche alla base di questi processi, spiegano gli autori, può essere fondamentale per lo sviluppo di potenziali trattamenti contro il cancro. “Abbiamo scoperto che il gene Dfos innesca l’assemblaggio dei filamenti di actina – afferma Siekhaus – questi fili proteici sono concentrati all’interno della membrana cellulare, conferendo stabilità alla superficie cellulare”. Tramite un complesso procedimento, i filamenti di actina vengono resi più densi e collegati tra loro, formando un guscio stabile. “Ipotizziamo che questo rivestimento agisca come un serbatoio – spiega l’autrice – deformando le cellule circostanti e proteggendo il nucleo della cellula immunitaria dalla pressione meccanica mentre invade il tessuto”. Si è dimostrato che l’assenza del guscio di actina rende più difficile l’infiltrazione delle cellule immunitarie. Secondo gli studiosi il gene Fos, che nei vertebrati svolge le stesse funzioni di Dfos, può attivare i medesimi percorsi genetici. “Crediamo che il meccanismo individuato nella specie analizzata possa svolgere un ruolo anche nei vertebrati – afferma Maria Sibilia dell’Università di medicina di Vienna – questo è incoraggiante perché potrebbe contribuire alla scoperta di nuovi bersagli per il trattamento del cancro. Se riuscissimo a rafforzare il guscio protettivo delle cellule immunitarie, queste potrebbero raggiungere più facilmente il tessuto tumorale da combattere”. (AgOnb) Mmo 12:00