L’IA salva i raccolti di uva

Roma, 19 agosto 2021 (AgOnb) – Il biologo Lance Cadle-Davidson, School of Integrative Plant Science (SIPS) della Cornell University e ricercatore fitopatologo presso l’Agricultural Research Service del Dip. dell’Agricoltura degli Stati Uniti, è al lavoro per sviluppare delle varietà di uva più resistenti all’oidio, visibile agli infrarossi ancor prima che ad occhio nudo. Lo studio ha trovato degli ostacoli dovendo valutare manualmente migliaia di campioni di foglie di vite alla ricerca di prove di infezione. In quest’ottica il team ha sviluppato prototipi di robot di imaging in grado di scansionare automaticamente le foglie di vite “fenotipizzazione ad alto rendimento”, tramite una fotocamera robotica “BlackBird”, capace di raccogliere informazioni su scala di 1,2 micrometri per pixel, equivalente a un normale microscopio ottico. Per ogni foglia di 1 cm esaminata, il robot fornisce informazioni da 8.000 x 5.000 pixel. Se si riuscisse a sviluppare strumenti per aiutare gli agricoltori a rilevare precocemente le malattie, consentirebbe l’utilizzo di spray fungicidi prima ancora che l’infezione si diffonda riducendo il numero dei raccolti persi. “Speriamo di trovare laboratori collaborativi che possano unirsi a noi per sfruttare questo strumento” – ha affermato l’ingegnere e scienziato informatico Yu Jiang – “vediamo potenziali applicazioni per questa ricerca in studi sulle piante, campi animali o scopi medici”. (AgOnb) Mmo 9:30