Come gli scacchi cambiano la mente modificando le reti neurali

Roma, 29 giugno 2021 (AgOnb) – Gli scacchi fanno bene al cervello, temprano il carattere e possono insegnare molte cose: disciplina, pazienza e fiducia nelle proprie capacità. Aiutano anche ad essere più concentrati, creativi e a ragionare in modo strategico.

E’ dimostrato che il gioco nei bambini è fondamentale per la loro crescita ed apertura mentale. Poi piano piano, crescendo, si smette di giocare per 1000 ragioni e senza rendersi conto ci si fossilizza in un sistema di idee, credenze che ci danno sicurezza e di fatto non ci fanno più pensare in modo creativo.

Il cervello se non stimolato si atrofizza in una routine giornaliera esattamente come i muscoli non allenati. Questa attività produce pensieri innovativi, creativi e stimolanti tanto da renderti più brillante, più attivo ed aperto a nuove idee e modi di pensare ed in definitiva a goderti di più la vita.

Il gioco degli scacchi è la palestra ideale per la tua mente. Muovere i pezzi sulla scacchiera è molto di più di un allenamento (training) mentale. E non occorre essere dei maestri per divertirsi.

Da ricordare la sfida a scacchi del 1972 fra l’americano Fischer e il russo Spassky- La vincita fu dell’americano e fu ispiratore del film di Zwick “La grande partita”.

Dei ricercatori indo-americani delle università di Orlando, Bethesda e Chicago (Usa) e di Taxila (Pakistan) hanno scelto 47 scacchisti trentenni di ambo i sessi e culturalmente equivalenti (24 professionisti e 23 amatoriali), li hanno analizzati a riposo tramite Risonanza magnetica di tipo T1 per un’immagine statica del loro cervello. Poi li hanno valutati mentre gareggiavano tramite Risonanza magnetica funzionale che fornisce un’immagine dinamica del funzionamento delle aree cerebrali.

Ottenute queste informazioni in un complesso software basato su un nuovo algoritmo messo a punto per l’esperimento, ricavandone principalmente due indicazioni. La prima è che le reti neurali di campioni e giocatori amatoriali sono anatomicamente e funzionalmente diverse. La seconda è che l’apprendimento di esercizi mentali come gli scacchi inducono cambiamenti anatomici e funzionali nel cervello. Durante il lockdown c’è stato un enorme diffusione del gioco degli scacchi attraverso le  molteplici piattaforme multimediali. Nello stesso periodo anche la didattica a distanza ha provato a formare gli scolari attraverso questo gioco. Il progetto ASCIR (A Scuola Con I Re), lo scorso anno ha coinvolto circa 6mila studenti. Gli effetti sono assolutamente positivi. (AgOnb) Matteo Piccirilli 9:00