Un gene per sconfiggere la muffa grigia

Roma, 19 novembre 2020 (AgOnb) – Ricercatori dei dipartimenti di Biologia e biotecnologie Charles Darwin e di Scienze biochimiche della Sapienza, insieme ad altre università ed enti francesi, hanno pubblicato su “Molecular Plant Pathology” uno studio che identifica nella pianta Arabetta comune un gene di difesa contro i patogeni fungini e in particolare Botrytis cinerea, capace di provocare gravi perdite di raccolto in più di 200 specie vegetali, inclusi vite, pomodori e fragole. Si è visto infatti come i patogeni delle piante rappresentino un grave problema e causa di ingenti perdite dei raccolti e intossicazione dei cibi di origine vegetale secernendo micotossine pericolose per la salute dell’uomo, la più nota è la “muffa grigia”. Per limitare i danni, si utilizzano trattamenti estensivi con pesticidi, con gravi conseguenze sull’inquinamento del suolo e delle falde acquifere. Una soluzione arriva dal team di ricercatori coordinato da Vincenzo Lionetti e Daniela Bellincampi. «Il gene AtPME17 svolge un ruolo centrale nei meccanismi di difesa immunitaria della pianta – spiega Vincenzo Lionetti del Dipartimento di Biologia e biotecnologie Charles Darwin. L’enzima che codifica, la Pectina Metilesterasi17, è in grado di modulare lo stato di metilazione delle pectine, componenti importanti della parete cellulare, dove avviene il primo contatto tra pianta e patogeni. L’attività enzimatica rafforza localmente la parete cellulare favorendo nella pianta l’attivazione della risposta immunitaria e bloccando, in corrispondenza del sito di infezione, l’invasione del fungo». Il gene identificato può essere impiegato nel miglioramento genetico di piante d’interesse agronomico per lo sviluppo di varietà più resistenti a un gran numero di malattie infettive, senza l’uso di pesticidi pericolosi. (AgOnb) 10:30 Mmo