Soppressione del focolaio del virus SARS-CoV-2 nel comune italiano di Vo’

(Pubblicato su Nature.com il 30 giugno 2020)

Il 21 febbraio 2020 un residente del comune di Vo’, un piccolo comune in provincia di Padova (Italia), è morto di polmonite a causa della sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus 2(SARS-CoV-2).

Questa è stata la prima morte in Italia correlata alla patologia causata da coronavirus 19 (COVID-19), sin dalla scoperta del SARS-CoV-2 nella città cinese di Wuhan, Provincia di Hubei.

In risposta, le autorità regionali hanno imposto il blocco dell’intero comune per 14 giorni. Qui abbiamo raccolto informazioni demografiche, sulla presentazione clinica, ricovero, rete di contatti e presenza di

Infezione da SARS-CoV-2 nei tamponi rinofaringei per l’85,9% e il 71,5% della popolazione di Vo ‘in due momenti consecutivi. Dal primo sondaggio, che è stato condotto nel periodo in cui è iniziato il blocco della città, abbiamo riscontrato una prevalenza di infezione del2,6% (intervallo di confidenza al 95% (CI): 2,1-3,3%).

Dal secondo sondaggio, che è stato condotto alla fine del lockdown, abbiamo riscontrato una prevalenza dell’1,2% (IC 95%: 0,8–1,8%). In particolare, il 42,5% (IC 95%: 31,5-54,6%) delle infezioni confermate da SARS-CoV-2 rilevati tra i due sondaggi erano asintomatici (cioè non presentavano sintomi al momento del test con tampone e non ne hanno sviluppato successivamente). La media dell’intervallo è stata di 7,2 giorni (IC 95%: 5,9-9,6). Non abbiamo trovato alcun elemento statisticamente significativo nella differenza della carica virale delle infezioni sintomatiche rispetto a quelle asintomatiche (P = 0,62e 0,74 per i geni E e RdRp, rispettivamente, test preciso Wilcoxon – Mann – Whitney).

Questo studio fa luce sulla frequenza dell’infezione asintomatica da SARS-CoV-2, la loro infettività (misurata dalla carica virale) e fornisce informazioni sulla sua trasmissione dinamica ed efficacia delle misure di controllo attuate.

I risultati delle due indagini svolte a Vo’ forniscono importanti approfondimenti sulle dinamiche di trasmissione di SARS-CoV-2. La nostra scoperta che quel 42,5% (95% CI: 31,5-54,6%) di tutte le infezioni confermate da SARS-CoV-2 tra le due indagini erano asintomatiche è in accordo con le altre indagini demografiche. Tra le infezioni confermate da SARS-CoV-2, non abbiamo osservato differenze significative nella frequenza di asintomatici tra gruppi di età (Figura complementare 10; P = 0,96, Fisher’s test esatto). Tra i partecipanti sintomatici, i gruppi di età più avanzata tendevano a mostrare più alte frequenze di infezione da SARS-CoV-2 (Extended Data Tavolo 2). Studi recenti hanno scoperto che la progressione clinica dell’l’infezione nei bambini è generalmente più lieve che negli adulti.

Abbiamo trovato che nessuno dei bambini di età inferiore a 10 anni, che ha preso parte allo studio,

è risultato positivo all’infezione da SARS-CoV-2 in entrambi i sondaggi, nonostante almeno 13 di loro convivevano con familiari infetti (dati estesi Tabella dati 3). Ciò concorda con un recente studio condotto in Islanda ed è particolarmente intrigante dato il rapporto di probabilità molto elevato osservato per gli adulti che si infettano quando convivono con membri della famiglia positivi per SARS-CoV-2. Tuttavia, questo risultato non significa che i bambini non possano essere infettati da SARS-CoV-2, ma suggerisce che i bambini possano essere meno suscettibili degli adulti. La patogenesi dell’infezione da SARS-CoV-2 nei bambini piccoli non è ben compresa.

In particolare, i tamponi nasofaringei vengono testati per la presenza di SARS-CoV-2 e può solo rilevare l’infezione attiva, non l’esposizione. Un’ indagine sierologica trasversale chiarirebbe gli effettivi tassi di infezione dell’intera popolazione, inclusa l’esposizione dei bambini, alla SARS-CoV-2.

Il contributo delle infezioni asintomatiche alla trasmissione di SARS-CoV-2 è supportato dai dati sulla carica virale (Extended Data Fig.3), dal modello adatto ai dati di prevalenza osservati (Extended Data Fig.6, Tabella supplementare 5) e dall’osservazione che due degli otto partecipanti con nuove infezioni rilevate nella seconda l’indagine ha riportato contatti con individui asintomatici (Testo Supplementare 3). La misura in cui i sintomi possono promuovere lo spargimento virale resta da determinare, ma la tendenza al calo della carica virale post-sintomi di esordio suggerisce che la trasmissione pre-sintomatica può svolgere un ruolo importante. La trasmissione asintomatica e la trasmissione pre-sintomatica pongono una chiara sfida per il controllo del COVID-19 in assenza di rigide misure di allontanamento sociale o attiva sorveglianza epidemiologica comprendente, ad esempio, un test, strategia di isolamento e tracciabilità.

Questo studio ha informato la politica adottata dalla regione Veneto, dove i tamponi sono disponibili per tutti i contatti di casi sintomatici positivi.

Questo approccio di test e tracciamento ha avuto un enorme impatto sul corso dell’epidemia in Veneto rispetto ad altre regioni italiane.

In questo contesto, la strategia di controllo applicata a Vo’ funge da modello per sopprimere la trasmissione di SARS-CoV-2 su scale spaziali. Migliorata la sorveglianza comunitaria, la diagnosi precoce della trasmissione di SARS-CoV-2 e l’attuazione tempestiva degli interventi sono fondamentali per il controllo COVID-19 e riducono il suo notevole onere per la salute pubblica, l’economia e la società in tutto il mondo.

 

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