Nuove prove del legame tra inquinamento atmosferico e morte precoce

Roma, 23 luglio 2020 (Agonb) – Il rafforzamento degli standard statunitensi della qualità dell’aria per l’inquinamento da polveri sottili, in conformità con le attuali linee guida della World Health Association, potrebbe salvare oltre 140.000 vite nel corso di un decennio. Lo afferma una ricerca della Harvard T.H. Chan School of Public Health.

Lo studio, pubblicato su Sciences Advances, fornisce le prove più complete fino ad oggi del legame causale tra l’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico da particolato fine (PM2.5) e la morte prematura. Gli autori hanno scoperto che una riduzione annuale di 10 μg / m3 dell’inquinamento da PM2,5 porterebbe a una riduzione del 6-7% del rischio di mortalità. Sulla base di tale scoperta, hanno stimato che se gli Stati Uniti avessero abbassato lo standard PM2.5 annuale a 10 μg / m3 – la linea guida annuale dell’OMS – in un decennio sarebbero state salvate 143.257 vite.

“Il nostro studio ha incluso il set di dati più grande mai realizzato e ha utilizzato molteplici metodi analitici, inclusi metodi statistici per l’inferenza causale, per mostrare con risultati coerenti che gli attuali standard statunitensi sul PM2.5 non sono abbastanza protettivi e dovrebbero essere abbassati per garantire che le popolazioni vulnerabili, come gli anziani, siano al sicuro”, ha detto Xiao Wu, coautore dello studio. (Agonb) Cdm 11:30.