La scomparsa degli squali che fa paura

Roma, 3 giugno 2020 (Agonb) – I recenti avvistamenti di squali nelle nostre acque: lo squalo elefante a Varazze, le verdesche a Cervia e Soverato, lo squalo grigio fuggito nel Salento, il Mako di circa 4 mt catturato erroneamente a Catania e lo squalo bianco filmato a largo di Lampedusa, fanno ben sperare gli esperti del WWF, sia per lo stato di salute delle acque che dell’ecosistema. Simboli di biodiversità e della necessità di continuare la lotta alla conservazione, come ricordano i biologi di WWF Sub: «Vedere queste specie nel Mediterraneo è normale, ma sempre più raro. Nel nostro bacino lo squalo bianco è classificato CR (Critically Endengared) dalla Iucn. Le catture accidentali e la cattiva reputazione hanno influito sul loro declino. Mancano adeguate misure di protezione. A livello globale le cose non cambiano. Classificati come VU (Vulnerable) dall’Iucn, il commercio delle pinne uccide fino a 73 milioni di esemplari l’anno». Sulla morte del Mako di Catania il WWF ci ricorda: “Nel Mediterraneo la cattura, la detenzione e lo sbarco di questa specie è illegale”. Il Mako è in declino per via di catture accidentali. «La maggior parte di esse riguarda giovani esemplari. Nel Mediterraneo occidentale sembra esserci una sorta di asilo per questa specie. Ci sono estinzioni sospette, come nell’Adriatico, dove dagli anni ’70 non vengono avvistati. Mancano efficaci misure di gestione del Mako e delle sue catture accidentali». Se l’avvistamento è una nota positiva, occorre investire anche nella loro conservazione. Bisogna studiarli sempre di più; arginare le catture accidentali e intervenire sulle frodi alimentari. Tutti progetti che il WWF, da tempo, porta avanti con “Safe Sharks”. (Agonb) Mmo 13:00.