Minicervelli, negli uomini sviluppo più lento che negli altri primati perché il risultato è più complesso

Roma, 20 maggio 2020 (Agonb) – I ricercatori del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia, in Germania, dell’Istituto di Oftalmologia clinica e molecolare di Basilea e dell’ETH di Zurigo, in Svizzera, hanno presentato nuove intuizioni sullo sviluppo del cervello umano e le differenze rispetto ad altre grandi scimmie. Da quando gli umani si sono discostati da un antenato comune condiviso con gli scimpanzé e le altre grandi scimmie, il cervello umano è cambiato radicalmente.

Tuttavia, i processi genetici e di sviluppo responsabili di questa divergenza non sono ancora del tutto chiari: gli organoidi cerebrali (tessuti simili al cervello, chiamati “mini-cervelli”), offrono la possibilità di studiare in laboratorio l’evoluzione dello sviluppo cerebrale. Sabina Kanton, Michael James Boyle e Zhisong He, insieme a Gray Camp, Barbara Treutlein e colleghi hanno analizzato gli organoidi cerebrali umani attraverso il loro sviluppo dalle cellule staminali esaminando anche gli organoidi cerebrali di scimpanzé e macachi.

“Abbiamo osservato una maturazione più pronunciata dei neuroni corticali negli organoidi di questi ultimi rispetto agli organoidi umani allo stesso stadio di sviluppo – ha affermato Barbara Treutlein -. Ciò suggerirebbe che lo sviluppo neuronale umano ha luogo più lentamente rispetto agli altri due primati”. Tra i cambiamenti nella regolazione genetica identificati, potrebbero esserci quelli che contribuiscono alle più grandi capacità cerebrali e cognitive osservate nell’uomo rispetto ad altri primati. (Agonb) Cdm 13:00.