Negli anfibi la biofluorescenza sarebbe più diffusa di quanto si creda

Roma, 12 marzo 2020 (Agonb) – Una luce nel buio proveniente da… un anfibio. Rane, raganelle, salamandre e altri anfibi potrebbero avere una capacità di biofluorescenza maggiore di quanto ipotizzato finora. O per lo meno sarebbe “più diffusa”. Ad affermarlo nello studio “Salamanders and other amphibians are aglow with biofluorescence” pubblicato su Scientific Reports sono i biologi Jennifer Lamb e Matthew Davis della St. Cloud State University. I ricercatori hanno esposto da uno a cinque esemplari di trentadue specie diverse di anfibi alla luce blu e ultravioletta, misurato lunghezze d’onda della luce emessa dagli animali e scoperto che “tutte le specie esaminate erano biofluorescenti”. Uno dei motivi di questa caratteristica sarebbe legata al fatto che gli occhi degli anfibi contengono cellule staminali sensibili alla luce verde o blu e dunque la biofluorescenza potrebbe consentire a rane, raganelle, tritoni e salamandre di localizzarsi a vicenda in condizioni di scarsa luce. “I risultati suggeriscono che gli antenati dei moderni anfibi erano in grado di biofluorizzare, con la conseguenza che il fenomeno è diffuso tra gli odierni anfibi viventi” chiosano i biologi. (Agonb) Gta 13:30.