L’enzima che dà il sapore allo zafferano

Roma, 4 febbraio 2020 (Agonb) – È l’oro rosso richiestissimo per le sue proprietà organolettiche e per il suo utilizzo in farmacologia, come prevenzione ad alcune malattie neurodegenerative.

Si tratta dello zafferano, che sembra non avere più segreti per i ricercatori del Centro Ricerche Enea Casaccia che hanno sviluppato un metodo biotecnologico per produrre picrocrocina, la molecola responsabile del gusto dello zafferano, e il safranale, il composto che invece contribuisce al suo aroma, utili nel settore dell’industria agroalimentare per riprodurne le caratteristiche sensoriali. I risultati degli studi condotti in collaborazione con l’Università spagnola di Castilla-La Mancha sono stati pubblicati sulla rivista internazionale New Phytologist.

Dopo aver brevettato il metodo per produrre le “crocine”, le molecole di colore giallo-rosso associate al colore dello zafferano, dalle proprietà antiossidanti e protettive nei confronti di malattie degenerative della retina e di alcune forme tumorali, l’Enea svela dunque la glucosiltransferasi: si tratta di un enzima che aggiunge zuccheri che servono per stabilizzare e conservare una serie di molecole prodotte dalle cellule, come appunto la picrocrocina. (Agonb) Ffr 09:30.