Biologi a lezione di ambiente: al via, alla Parthenope, il corso teorico pratico sul campionamento marino-costiero

Biologi marini a lezione di monitoraggio ambientale, strumento fondamentale per accedere alla conoscenza degli ecosistemi naturali e per attivare efficaci politiche di gestione delle problematiche ambientali. Ha preso il via questa mattina, nei locali dell’università Parthenope di Napoli, il corso teorico-pratico sul campionamento marino costiero: due giorni di lezioni teoriche (di 4 ore ciascuna) cui seguirà una terza giornata, dedicata al campionamento in mare, da trascorrere a bordo di un’imbarcazione appositamente attrezzata.

Dieci, in tutto, i biologi ammessi al corso: sono stati selezionati su base documentale (curriculum vitae, tesi di laurea, eventuali pubblicazioni ed esperienze pregresse), dalla commissione composta dal dr. Fabio Conversano (Stazione Zoologica di Napoli), dal prof. Stefano Dumontet (Università Parthenope), dal prof. Vincenzo Pasquale (Università Parthenope) e dal dr. Franco Scicchitano, consigliere dell’Ordine Nazionale dei Biologi, il cui apporto, in collaborazione con l’ateneo napoletano, è stato fondamentale per il varo e l’allestimento del percorso didattico.

Le tecniche di monitoraggio rappresentano, infatti, un asset professionale importante. E proprio per questo, consapevole della rilevanza di tale tematica, l’ente di rappresentanza dei biologi italiani ha organizzato il corso, in modo così da avviare i giovani biologi alla conoscenza degli strumenti teorici e tecnici posti alla base della corretta esecuzione del monitoraggio marino costiero. Il tutto considerando che i professionisti del monitoraggio ambientale saranno figure di sempre maggiore importanza, in grado di utilizzare apparecchiature complesse e sensori innovativi, capaci quindi di analizzare periodicamente i dati, evidenziando anomalie e proponendo correttivi.

In tempi in cui dunque si riflette e ci si dibatte su come affrontare l’inquinamento marino, in particolare da microplastiche, i giovani biologi sono stati chiamati ad approfondire le rispettive conoscenze in materia, così da poter essere pronti in caso di necessità.

Non a caso, nel primo modulo teorico (quello dedicato ai parametri chimico-fisici), i dieci selezionati hanno potuto migliorare la conoscenza delle proprietà fisiche e chimiche dell’acqua (temperatura, salinità, densità, gas disciolti, sali nutritivi, etc.) e della dinamica stessa del mare (correnti, marea, moto ondoso).

Nel secondo modulo (parametri microbiologici), gli studenti saranno invece chiamati ad approfondire le principali caratteristiche dei microrganismi e l’importanza che questi rivestono negli ambienti marini: spazio dunque, allo studio dei cicli biogeochimici, del microbial loop e del viral loop. E ancora: ecco spiegate le tecniche di conta microbica, il fenomeno della contaminazione fecale, i cenni sulla normativa per la classificazione delle acque marine adibite alla balneazione, per la classificazione delle acque adibite alla molluschicoltura e per la movimentazione dei sedimenti marini.

 

Nel terzo e conclusivo modulo, l’esercitazione pratica (della durata di 4 ore), i biologi si cimenteranno con il campionamento superficiale o lungo la colonna d’acqua, su stazioni singole costiere poco profonde. Di tutto rilievo la strumentazione utilizzata in mare, che comprenderà l’impiego del Disco del Secchi per la misura della trasparenza; la sonda multiparametrica CTD per la misura simultanea di pressione, temperatura, salinità e fluorescenza delle acque. E ancora: la Bottiglia tipo Niskin per il prelievo dei campioni per le analisi chimiche, biologiche e microbiologiche e la Benna per il prelievo dei sedimenti.

Il campionamento sarà effettuato a bordo di un barca dotata di un verricello per effettuare il profilo con la sonda multiparametrica ed il prelievo d’acqua dal mare (con bottiglia Niskin). Contestualmente ai prelievi, sarà effettuato anche il pre-trattamento e la conservazione dei campioni (refrigerazione a +4 °C o congelamento a -20 °C) per le successive determinazioni in laboratorio mediante idonea strumentazione (autoanalyzer, spettrofluorimetro, titolatore automatico).