Risposta al comunicato della Fondazione Italiana Biologi (FIB) dal titolo “Il sapore della verità… nascosta”

La sfrontatezza della notizia appena pubblicata sul sito della FIB ci costringe ad alcune precisazioni.

In primo luogo, il Presidente della FIB ha avuto cura di rendere noto il parere dell’Avvocatura di Stato (che nulla dice sulla legittimità dell’operato della Fondazione, come si dirà di qui a breve) ma si è guardato bene dal rendere noti gli esiti del Collegio Ispettivo insediato dalla Prefettura, su cui si basa anche il parere.

Pubblichiamo, allora, noi la relazione, segnalando alcuni dei suoi passaggi più significativi.

Approfondendo i meccanismi di nomina degli organi sociali ed il profilo dei poteri presidenziali può certamente rilevarsi che il complesso meccanismo dei rimandi attribuisce al Presidente della Fondazione un ruolo cruciale e che, contemporaneamente, non appare per nulla incisivo il ruolo attualmente attribuito al socio Fondatore. Ciò, in particolare, se si confronta il vigente sistema con quello previgente alle ultime modifiche statutarie. Come rilevato anche dall’ONB nell’esposto del 19 dicembre 2017,il Presidente ha, anzitutto, il potere di nominare almeno la maggioranza relativa della Commissione Etica, organo che nomina il Presidente stesso, e che può procedere anche, eventualmente, al rinnovo della carica presidenziale dopo 5 anni.

Vi è un punto focale, che emerge con evidenza sia che si guardi alla situazione della Fondazione sotto il profilo istituzionale sia che lo si faccia sotto il profilo economico patrimoniale: i due approcci convergono nel rappresentare una profonda e (allo stato) irreversibile deriva, rispetto alla originaria ragion d’essere dell’ente.

Originariamente concepita quale ente strumentale dell’Ordine dei Biologi, la Fondazione ha visto consumarsi una crisi nei rapporti con questo…

Ciò determina uno scollamento dell’attività della Fondazione rispetto allo scopo fondamentale dell’ente, ossia <<valorizzare la professione di biologo>> (art. 1-bis dello Statuto), che presuppone uno stretto legame istituzionale con il soggetto pubblico titolare per legge della funzione di tutela della professione, l’Ordine dei Biologi.

La questione è tutta qui. Finantoché vi era concordanza d’intenti fra i gruppi dirigenti dell’Ordine e della Fondazione, in gran parte coincidenti, non si è posto alcun problema. Allorchè questa coincidenza è venuta meno, si sono manifestati i limiti di uno statuto che, dopo le ultime modificheha privato l’Ordine/Fondatore dell’effettivo controllo sulla governance della Fondazione.

L’assenza di meccanismi istituzionali che consentano di ricomporre il rapporto tra i due soggetti, attraverso un più stretto controllo del Fondatore sulla governance della Fondazione, rappresenta il nodo da sciogliere. Senza di che, difficilmente la vita della Fondazione potrà dirsi pienamente aderente agli scopi per cui è stata costituita”.

Dopo il deposito della relazione, la Prefettura aveva convocato un tavolo di concertazione per esplorare la possibilità che la FIB modificasse spontaneamente lo statuto, avendo accertato che, così com’è, non consente di perseguire gli scopi istituzionali.

Il dr. Calcatelli ha accettato di sedersi al tavolo con la chiara riserva mentale di non adeguarsi alle conclusioni del Collegio Ispettivo, creando un contrasto che ha indotto la Prefettura a chiedere un parere all’Avvocatura di Stato.

Ora, premesso che appare davvero complesso coordinare la posizione del Collegio Ispettivo (che ha accertato che l’attuale statuto non può dirsi aderente agli scopi per cui la Fondazione è stata creata) con quella dell’Avvocatura di Stato (che sostiene che non vi sia lo spazio per attivare i poteri di vigilanza), dalla lettura del parere non può, tuttavia, sfuggire come in esso si faccia comunque riferimento alla situazione patrimoniale cristallizzata alla data di conclusione dei lavori del Collegio ispettivo.

Dopo quella data, tuttavia, sono emerse altre circostanze che, se fossero state note, avrebbero sicuramente modificato, e tanto, le valutazioni relative alla situazione patrimoniale della Fondazione.

Con maggiore dettaglio la situazione è illustrata in altra nota che è stata appena inviata alla Prefettura che, altresì, pubblichiamo e su cui siamo in attesa di risposta.

In estrema sintesi, dai dati contabili effettivi della FIB, è emerso che il suo Fondo di Dotazione è stato eroso in misura tale da condurre a una riduzione del patrimonio sotto il livello minimo di € 30.000 imposto dallo statuto, il che ne impone la messa in liquidazione.

Detto questo, nello stesso parere dell’Avvocatura di Stato sbandierato dalla FIB si precisa che la situazione patrimoniale descritta dal Collegio Ispettivo non consentirebbe, allo stato attuale, di commissariare la Fondazione.

Quelle condizioni, tuttavia, sono molto distanti dall’effettivo e attuale stato patrimoniale della FIB, per cui suggeriamo al dr. Calcatelli di essere molto più cauto nei suoi commenti.

In ogni caso, poiché i fatti non mentono, e indipendentemente dallo spazio di intervento della Prefettura, per comprendere appieno la condotta dell’attuale Presidente della FIB, pubblichiamo l’istanza rivolta al Prefetto di revoca del provvedimento con cui erano state autorizzate le modifiche statutarie, in modo che gli iscritti possano farsi un’idea più chiara di come venivano utilizzate le risorse dei biologi durante la scorsa consigliatura: mai si è visto che un ente pubblico -l’ONB presieduto dal dr. Calcatelli- sottoscrivesse un mandato a titolo oneroso a favore di altro ente -la FIB presieduta anch’essa dal dr. Calcatelli- da € 108.000,00 annui per 9 anni, irrevocabile e senza obbligo di rendiconto, con la previsione di una penale, in caso di risoluzione anticipata del contratto, pari al doppio dei compensi concordati, calcolati sull’intero periodo residuo.

 

Di seguito alleghiamo: