C’era il tutto esaurito, venerdì (2 marzo), all’Hotel Parco dei Principi, il prestigioso albergo ubicato nel cuore verde di Roma, a un tiro di schioppo da Villa Borghese, teatro del convegno “Le Nuove Frontiere della Biologia”, organizzato dall’Ordine Nazionale dei Biologi per festeggiare il 50esimo anniversario della sua fondazione. Almeno 400 i presenti, tra i quali non sono mancati – e non poteva essere diversamente – i biologi, ma anche gli appassionati di scienza, gli studenti e i semplici curiosi. Molti anche i giornalisti accreditati.
Rigide le misure di sicurezza “prese – ha spiegato il presidente dell’Ordine Vincenzo D’Anna – perché ci era stato chiesto accesso da parte di diverse centinaia di persone non qualificate, il cosiddetto popolo dei no-vax, fatto di casalinghe, impiegati, pensionati”. “Temevamo non una protesta contro di noi, ma il tentativo di rilanciare tematiche care a quanti sono contrari all’obbligo vaccinale. Non vogliamo prestarci a questo” ha precisato l’ex parlamentare.
Inaugurando i lavori, D’Anna è partito proprio dal titolo del convegno, spiegando “anche per tamponare critiche pretestuose, ‘per sentito dire’ e preconcette”, che “chi si accinge ad andare alla frontiera trova anche degli eretici. Chi indaga su aspetti ancora poco noti o non definiti, dalla sua non può avere la certezza o il consesso di tutta la comunità scientifica”. Termine, quest’ultimo, ci ha tenuto a precisare l’ex parlamentare, “molto aleatorio e che in Italia è largamente abusato da soggetti che si ritengono espressione di questa comunità sena esserlo”. D’Anna ha poi citato Pericle e la sua celebre lettera agli ateniesi scritta in occasione della prima guerra del Peleponneso, in particolare il passaggio che si può riassumere con lo slogan: “Non c’è libertà senza coraggio”. Una maniera altamente simbolica, quella individuata dal rappresentante dei Biologi, per sottolineare come effettivamente ci sia voluto “coraggio” per organizzare una kermesse che, fin dal primo momento, si è attirata addosso le critiche di certa stampa (e non solo di quella) per un non meglio identificato quanto ingiustificato accostamento al mondo dei “no vax” di cui, nel corso del convegno, non è emersa effettivamente traccia. “L’abbiamo chiamato ‘nuova frontiera’ – ha precisato D’Anna nei minuti che hanno preceduto l’inizio dei lavori – perché vogliamo parlare anche di aspetti scientifici non ancora conclamati”.
Subito dopo aver citato la lettera di Pericle, con un autentico colpo di teatro, il presidente dell’ente di via Icilio ha fatto parlare per sé… Gary Cooper, in una scena solenne tratta dal film “La fonte meravigliosa” in cui il divo hollywoodiano affermava il principio della “libertà individuale” e dell’individualismo “positivo”. “La meta per i biologi deve essere quella di affermare la verità scientifica, sempre e comunque. Il convegno di oggi non va considerato un traguardo, bensì un inizio” ha concluso D’Anna, tra gli applausi unanimi dei presenti.
Si sono poi alternati sul banco dei relatori, coordinato dal prof. Livio Giuliani, dirigente di ricerca all’Italian National Health Service, lo scienziato Giulio Tarro, già candidato al Nobel per aver scoperto nel virus sinciziale la causa della bronchiolite che così tante morti, in passato, ha mietuto tra i bambini (nel suo intervento, lo studioso napoletano ha parlato di vaccini e della neurotossicità dei vaccini, intesa però come fatto fisiologico e non come polemica) e chi il premio Nobel lo ha vinto, come Luc Montagnier.
“Oggi in alcuni Paesi come in Francia vengono raccomandati diversi vaccini come obbligatori entro i due anni di età. Questo è un errore medico e politico” ha detto lo scienziato francese. “Non sono contro le vaccinazioni, sono un buon modo per prevenire le malattie, ma i tempi sono cambiati”, ha sottolineato ancora lo scopritore del virus dell’HIV nella sua lectio magistralis.
“Il mondo è molto diverso da qualche tempo fa. C’è maggiore inquinamento chimico ed elettromagnetico e aumenta la frequenza di malattie neurodegenerative, artritiche, cancro, autismo”. Per questo, ha aggiunto Montagnier “dobbiamo essere cauti quando proviamo nuovi tipi di vaccini soprattutto quelli obbligatori. E la scienza deve includere tutti i fatti, anche quelli non in linea con teorie precedenti. Se parla solo degli aspetti positivi delle vaccinazioni, eludendo il resto, creiamo una pseudo scienza”.
Citando diversi esempi Montagnier ha ribadito che “il principio di precauzione andrebbe adottato quando si parla di problemi di salute”. “Il mio suggerimento è non fare vaccini senza prima effettuare controlli del caso” ha concluso.
Dopo Montagnier è stata poi la volta del ricercatore della University of Denmark Nikolaj S. Blom, che ha affrontato il tema dell’acqua come “matrice della vita”. Blom ha fornito una serie di analisi e dati scientifici che aprono nuove prospettive alla ricerca scientifica sulla cosiddetta “memoria dell’acqua” e sui suoi sorprendenti comportamenti sotto gli effetti da trattamento con onde elettromagnetiche. Un settore, quello della interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, che è stato al centro anche dell’intervento del professor Giuliani.
Dal canto suo, il dottor Vladimir Voeikov, professore alla Lomonosov University di Mosca, ha invece discusso di “biologia teoretica” e, dopo di lui, la ricercatrice Sonia Manzo, dell’Enea-Cnr di Portici, ha parlato in maniera approfondita di “ecotossicologia delle nanoparticelle”, in riferimento al tristemente noto problema della “Terra dei Fuochi”. Di nanoparticelle, con riferimento alla microscopia elettronica e alla nanodiagnostica, ha parlato anche la ricercatrice Antonietta Morena Gatti mentre lo scabroso argomento legato al triste abbinamento che sempre più spesso viene fatto tra inquinamento ambientale e tumori, è stato al centro dell’intervento del professor Morando Soffritti, che ha parlato anche di “nuova nanodiagnostica e diagnostica quantistica”. Nella parte conclusiva del convegno dell’Ordine dei Biologi, quella dedicata alla sessione giuridica, si sono succedute le relazioni di Ivano Spano, presidente del National Institute of Deaf Mutes di Roma, del presidente emerito della Corte Costituzionale Italiana Paolo Maddalena e del filosofo Diego Fusaro. Infine le conclusioni, affidate al “padrone di casa”, il presidente D’Anna.
“Ormai lo si è capito – ha sottolineato l’ex senatore – non valgono, nella scienza delle nanoparticelle, le risposte fornite dalla tossicologia classica. Chi continua a chiamarci asini perché vuol dirci che laddove ci sono tali nanoparticelle non può esserci tossicità perché la loro quantità è infinitesimale, è stato smentito: il punto clou di questo convegno era proprio quello di portare i biologi a ragionare su queste cose”.
“Non siamo né visionari né stupidi – ha aggiunto D’Anna – la non scienza è rimasta fuori da questa stanza e si tratta di una scienza stantìa. La scienza è fatta per gli uomini non per i commercianti. Chi è deputato a tenere lontani i ‘prodotti’ da queste nanoparticelle che sono nemiche della salute, deve tirare fuori i soldi. Uno Stato che si rispetti deve salvaguardare la salute del cittadino. Laddove c’è un rischio non può esservi un obbligo”.
“Là fuori c’è una scienza ufficiale che è fatta di giganti autoreferenziali. Ebbene quando il sole della scienza è basso, le ombre dei nani sembrano più lunghe” ha tirato le somme il leader dei Biologi, salutando i presenti e ribadendo la possibilità e la libertà di poter si ascoltare le opinioni altrui, ma di poter liberamente anche sostenere le proprie senza essere esposti al pubblico ludibrio.
Di seguito pubblichiamo una galleria fotografica tratta dal convegno “Le nuove frontiere della biologia”, organizzato il 2 marzo 2018 a Roma dall’Ordine Nazionale dei Biologi.