Evoluzione delle opportunità lavorative nel settore della sicurezza alimentare

Viaggio nel mercato economico-­lavorativo inerente il comparto agro-­alimentare

 

 

Luciano O. Atzori

Consigliere e Segretario dell’Ordine Nazionale dei Biologi

Coordinatore della Commissione permanente di studio “Igiene, Sicurezza e Qualità”

Delegato nazionale per l’Igiene, la Sicurezza e la Qualità

Coordinatore del Comitato EXPO2015

Esperto in Sicurezza degli Alimenti e in Tutela della Salute

 

 

 

Sempre più colleghi mi domandano verso quale direzione si evolverà il settore agro-­alimentare in modo tale da poter meglio indirizzare i propri sforzi e risorse quali il tempo, la logistica, l’aggiornamento, la formazione, la ricerca mirata di nuovi clienti/committenti, ecc. In altre parole molti Biologi si chiedono “Quale sarà lo scenario futuro delle consulenze e delle opportunità occupazionali in campo agro-­alimentare e nel connesso settore della sicurezza alimentare?”.

Per poter rispondere a questa non facile domanda bisogna saper leggere ed interpretare correttamente gli indirizzi imposti dall’UE attraverso le singole Direttive e Regolamenti, i pareri e gli studi dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), bisogna conoscere le leggi del mercato economico e soprattutto occorre comprendere per tempo come reagiscono e risponderanno le imprese agro-­alimentari al continuo evolversi delle abitudini sociali (ultimamente molto legate alla crisi economica) e al costante divenire della normativa settoriale.

Senza entrare nei dettagli tecnico-­normativi nel presente lavoro si cercherà di fare una panoramica generale su quello che sarà nel futuro prossimo, ma anche remoto, l’evoluzione economico-­commerciale nel settore agro-­agroalimentare, illustrando quali sono e saranno in linea di massima i “trend”, e quindi si cercherà di evidenziare le future prospettive lavorative.

 

Il settore agro-­alimentare risulta essere vastissimo (basta considerare le quasi infinite produzioni, trasformazioni e commercializzazioni di prodotti alimentari che si possono avere) e anche se può sembrare apparentemente “statico” in realtà questo settore è molto “dinamico” grazie al costante proliferare di norme dell’UE (che impongono regole e procedure sempre più attente alla sicurezza alimentare), alla ricerca e studio di nuovi prodotti per cercare di soddisfare gli attuali bisogni legati alle moderne necessità sociali (es. i pasti veloci, gli alimenti già pronti all’uso, catering), di moda (happy hour, ecc.) e salutistiche (ricerca di alimenti sempre più “sani”, “biologici”, addizionati con specifici integratori, ecc.). Tutti questi fattori stanno determinando l’apertura di nuove “frontiere” verso le quali i Biologi altamente formati ed audaci (un pizzico di coraggio e di rischio per migliorarsi ci vuole sempre) possono offrire la propria professionalità. Nel comparto agro-­alimentare, nel breve e medio periodo, i principali settori in crescita sono e saranno:

A) l’Etichettatura dei prodotti alimentari. A seguito dell’imminente entrata in vigore (metà dicembre 2014) di gran parte del Regolamento UE 1169/2001 vi sarà una sorta di “rivoluzione” nell’etichettatura della maggior parte dei prodotti alimentari a cui moltissime aziende dovranno adempiere ed ovviamente queste, non avendo spesso le competenze in casa, si appoggeranno a consulenti esterni (liberi professionisti, studi associati e società di servizi) che sapranno soddisfare le specifiche esigenze con estrema competenza (progettazione, realizzazione e validazione delle etichette dei prodotti alimentari confezionati ed elaborazione di dichiarazioni nutrizionali). Questo aspetto del settore agro-­‐alimentare offrirà nel breve periodo (soprattutto ai primi professionisti che sapranno affacciarsi ad esso) parecchie opportunità lavorative.

B) i Claims nutrizionali e salutistici. I claims (messaggi promozionali e pubblicitari) inerenti il settore alimentare (health & nutrition claims) stanno diventando sempre più importanti per quelle aziende, soprattutto medio/grandi, che vogliono rendere più visibili ed apprezzati i loro prodotti rispetto alla moltitudine di simili beni alimentari presenti nel mercato. La normativa del settore è molto complessa (Codice del Consumo – D.Lgs. 206/2005, moral suasion, Reg. CE 1924/2006, Direttiva 2005/29/CE recepita dal D.Lgs. 145/2007, D.Lgs. 109/92, Regolamento UE 432/2012, ecc.) e soprattutto risultano molto pesanti le sanzioni amministrative imposte dall’Agcm (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) alle aziende che compiono inosservanze (spesso si hanno sanzioni di parecchie migliaia di euro). Questo settore è in forte crescita e richiede “robuste” competenze giuridico-­normative (conoscenze e soprattutto capacità interpretative), tecnico-­scientifiche e molta determinazione. A causa della scarsa attenzione al settore da parte dei professionisti operanti nell’ambito agro-­‐alimentare (biologi, agronomi, veterinari, tecnologi alimentari, ecc.) si stanno affacciando con successo ai claims nutrizionali e salutistici alcuni studi associati di avvocati “scippando” ad altri questa grande opportunità lavorativa!

C) la Sicurezza alimentare nel comparto Ittico. Capitanerie di Porto, Mercati Ittici, aziende di trasformazione dei prodotti ittici, cooperative di pescatori, associazioni di pesca-­turismo e pescherie a seguito della pressante normativa igienico-sanitaria del settore (per lo più Regolamenti e Direttive dell’UE) e agli incalzanti controlli da parte degli organi competenti, hanno sempre più bisogno di professionisti in grado di “accompagnare” queste strutture all’ottemperamento delle nuove imposizioni. Se si esclude la ricerca scientifica, lo studio degli ecosistemi marini e di acqua dolce e l’acquacoltura i Biologi quasi disconoscono questo “fertilissimo” settore lasciando il campo soprattutto ai pochi ed esperti veterinari.

D) i Sistemi di Qualità. La certificazione nel settore agro-­alimentare già da anni è una concreta opportunità per i Biologi esperti del settore. Le norme di certificazione volontarie a forte valore internazionale rappresentano una sorta di “valore aggiunto” che permette alle aziende di garantire specifici requisiti che garantiscono l’apertura a nuovi e spesso ampi mercati economici. Le principali norme e standard a cui aderiscono le imprese agro-­alimentari sono la ISO 9001 (sistema di gestione di qualità) e la ISO 14001 (certificazione ambientale) mentre nello specifico settore della sicurezza alimentare sono la ISO 22000 (sistema di gestione della sicurezza alimentare lungo tutta la filiera), la ISO 22005 (sistema di rintracciabilità lungo la filiera alimentare), la UNI 10854 (HACCP), il GSFS (Global Standard for Food Safety), l’IFS (International Food Standard), l’IFS Logistic (sicurezza alimentare nella logistica e nel trasporto delle merci), la Global Gap (buone pratiche agricole nel settore dell’ortofrutta fresca), l’IGP-­DOP-­STG (certificazione di prodotto regolamentata), ecc. Nell’ambito della certificazione volontaria nel comparto agro-­alimentare sono sempre di più i Biologi che vi operano con estrema professionalità ma sono ancora tante le possibilità lavorative in quanto il settore è in costante crescita grazie al fatto che sempre più aziende capiscono l’importanza della certificazione e la sua spendibilità soprattutto nella GDO (Grande Distribuzione Organizzata) e nei mercati esteri (esportazioni). In Italia, a seguito della forte presenza di stranieri, sta crescendo, anche l’interesse verso le certificazioni a forte connotazione religiosa (l’Halal, legata al mondo islamico-­musulmano e l’Kosher connessa alla fede ebraica).

E) lo Studio di nuovi prodotti. Negli ultimi anni si sta assistendo ad una crescente diversificazione dei prodotti alimentari caratterizzata dalla creazione di nuovi prodotti con un maggiore valore aggiunto. Alcuni di questi tendono a soddisfare le mutate esigenze sociali e produttive (pasti veloci fuori casa, prodotti lavorati e pronti all’uso come la “IV Gamma”, le monoporzioni, i semilavorati per il settore alberghiero e delle imprese – HO.RE.CA., ecc.), altri tendono ad adempiere a specifiche richieste funzionali-­salutistiche (prodotti biologici, prodotti per le persone con intolleranza al lattosio, alimenti per celiaci, ecc.) mentre alcuni prodotti tendono a soddisfare le nuove tendenze (happy hour, catering, banqueting, ecc.). Questo settore offre molte opportunità, ma sono ancora pochi i Biologi che vi operano.

F) l’Esportazione. A seguito della contrazione della domanda interna di beni alimentari di pregio, a causa della costante crisi economica (crescente dal 2008) e della forte richiesta di prodotti a basso valore nutrizionale ma sicuramente competitivi dal punto di vista economico, molte imprese italiane caratterizzate dall’alta tipicità e qualità dei propri prodotti si stanno affacciando con successo verso i mercati esteri confermando il valore aggiunto dei prodotti nostrani (“Italian Food”). I principali mercati verso cui si sta esportando con successo sono il Giappone, Singapore, i Paesi Arabi, gli U.S.A. ed altri (definiti “mercati ricchi”) e i Paesi emergenti (Cina, Brasile, India, Russia, ecc.). Per esportare le aziende italiane devono garantire una qualità e sicurezza sanitaria spesso molto più restrittiva rispetto alle norme locali ed europee (basti pensare alle restrittive disposizioni della FSIS statunitense che impone alle carni italiane e ai suoi derivati quali i salumi il controllo della Listeria monocytogenes). Oltre tutto ciò non va sottovalutata la cogente burocrazia per l’esportazione dei prodotti agro-­‐alimentari spesso molto differente tra Paese e Paese. Essere di supporto alle imprese che intendono investire nell’export richiede molta professionalità, un’approfondita conoscenza delle norme del settore e la collaborazione con altre figure professionali che variano a secondo del prodotto da esportare e del Paese di destinazione. Questo tipo di consulenze sono molto “coinvolgenti” (quasi delle “sfide” professionali) in quanto non conoscono limiti di tempo, di logistica e di remunerazione…

G) la Shelf-­Life. Mentre l’esportazione dei prodotti alimentari inevitabilmente richiede un allungamento della Shelf-­‐Life di questi lo studio dei nuovi prodotti implica sempre la valutazione della “vita ideale” di un alimento o di una preparazione alimentare (“periodo di tempo che inizia al termine della produzione di un alimento e che durante il quale si deve garantire un adeguato livello di qualità sensoriale e di salubrità igienica in determinate condizioni di conservazione”) che spesso va fatta attraverso tecniche analitiche previsionali sempre più coadiuvate da sistemi predittivi (software, carte di controllo, banche dati, ecc.). Da quanto scritto appare evidente che la vita ideale dei prodotti alimentari sta rivestendo sempre più interesse per le aziende produttrici le quali per raggiungere gli obiettivi prefissati necessitano di figure in grado di progettare, realizzare e validare gli studi di Shelf-­‐Life. Generalmente sono molto competenti in materia i professionisti strutturati presso le aziende produttrici mentre i consulenti esterni in un certo qual modo “snobbano” questo proficuo settore rimanendo ancorati alle consulenze “standard” quali l’implementazione del sistema H.A.C.C.P., la messa a punto della Rintracciabilità, il controllo microbiologico nel processo produttivo (campionamenti e determinazioni analitiche), la realizzazione di un buon Piano di Sanificazione e la formazione del personale OSA. Ovviamente, dal punto di vista lavorativo, questo disinteresse alla Shelf-­‐Life è da considerarsi come un’opportunità persa!

H) i M.O.C.A. La progettazione, la realizzazione e la validazione dei Materiali e Oggetti a Contatto con gli Alimenti, soprattutto a causa dei fatti di cronaca, sta diventando una fattore molto importante nella produzione agro-­‐alimentare che spesso si interfaccia con altri punti sopra citati (es. interazione imballaggi con la shelf-­‐life). La massiccia normativa esistente, la specificità dei casi e la crescente ricerca tecnologica rende questo settore alquanto complesso, ma fortemente attraente. Le aziende agro-­‐alimentari si stanno interessando sempre più alle problematiche legate ai MOCA e per farvi fronte spesso si appoggiano a professionisti esterni (consulenti) con marcate competenze settoriali. Fortunatamente tra questi vi sono anche dei Biologi che piano piano stanno crescendo di numero e quindi si trovano a “rubare” terreno ad altre figure professionali per quanto competenti per quanto competenti.

I) la Nutrizione animale. Come previsto dall’art. 3 (“Oggetto della Professione”) della Legge istitutiva dell’Ordine Nazionale dei Biologi (L. 24.05.1967, n. 396) che recita “Formano oggetto della professione di Biologo: … b) valutazione dei bisogni nutritivi ed energetici dell’uomo, degli animali e delle piante…” i Biologi possono valutare i bisogni nutritivi nonché energetici degli animali da allevamento (bovini, suini, equini, ovini, ecc.), da compagnia (cani e gatti) e legati alle competizioni sportive (cavalli e cani da corsa). Nonostante ciò sono pochissimi i Biologi che si occupano di questo settore, ma questi pochi stanno ottenendo proficui risultati professionali ed economici. Ovviamente il percorso di studi da seguire e le esperienze da fare sono molto particolari in quanto comportano un costante “rimettersi in gioco”, ma per chi persiste con tenacia, voglia di apprendere e di confrontarsi con un “mondo tutto nuovo” questo settore può portare al raggiungimento di impensate mete.

J) il Pest Management. La prevenzione, il monitoraggio, il controllo e la lotta agli infestanti con interventi sostenibili e a basso impatto ambientale sta interessando una fetta sempre più ampia di Biologi che si stanno contraddistinguendo in un contesto dove non capita di rado di imbattersi in “professionisti improvvisati” o poco qualificati. La colonizzazione degli insediamenti produttivi e commerciali del comparto agro-­alimentare da parte di animali sinantropici ed infestanti (blattoidei, roditori, uccelli, ecc.) sta diventando una problematica igienico-­sanitaria dai caratteri rilevanti che implica l’attuazione di Piani di Monitoraggio, di Controllo e di Intervento che necessitano di conoscenze di igiene, microbiologia, ecologia, etologia, entomologia, parassitologia, veterinaria, agraria, ecc. tali da permettere azioni efficaci ed efficienti. Proprio per questo motivo sta aumentando la domanda di personale altamente qualificato quale il Biologo può essere.

Ovviamente per poter proficuamente “aggredire” i settori sopra elencati non basta sapere che esistono, ma occorre un costante aggiornamento (il cosiddetto “sapere”), una solida formazione teorico-­pratica e tanta pratica (il “saper fare”), un corretto comportamento etico (il “saper essere”) e molta iniziativa ben pianificata (il “sapersi costruire”). Come anni or sono mi disse un anziano professionista (mio nonno) trovo doveroso ripetervi “il futuro e il successo professionale è di chi lo progetta nel passato e lo costruisce nel presente…”. Quindi cari colleghi non dimenticatevi mai che dietro ogni successo professionale c’è sempre un’attenta analisi del mercato e della sua evoluzione, una brillante idea, un solido e fattibile progetto e tanto duro lavoro!

Detto ciò concludo questa sintetica disamina dei settori legati al contesto agro-­alimentare di imminente e futura crescita ricordandovi che l’ONB per agevolare i colleghi che vogliono cimentarsi nei citati settori, grazie all’incessante attività di ricerca, di progettazione e d’implementazione offerta dalla Commissione permanente di studio “Igiene, Sicurezza e Qualità”, sta mettendo in essere un gran numero di eventi (soprattutto corsi itineranti teorico-­‐ pratici di alta formazione specialistica con forte valenza professionalizzante) e opere editoriali cartacee di supporto alla professione.

 

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