Uso delle esche tossiche nei locali di lavorazione degli alimenti

Di recente una collega ha chiesto “vorrei sapere cosa si intenda precisamente per “esca tossica”, quali sono le tipologie e secondo quale dettato normativo sia proibito l’uso di esche tossiche all’interno dei locali di lavorazione degli alimenti”.

 

RISPOSTA

Per “esche tossiche” relative al discorso derattizzazione si intende: esche alimentari con all’interno un principio attivo anticoagulante.

Le esche alimentari possono essere di vario tipo: pasta fresca, blocchetti paraffinati, zollette paraffinate, grano, pellettato, ecc. 
Ad oggi, in base a quella che è la nuova normativa, che deriva dalla normativa europea sui biocidi, essenzialmente si utilizzano solo due formati: “pasta fresca” e “paraffinato in blocchi” entrambi i formati sono da 20g.

In base a quello che è il pacchetto igiene e in particolare a ciò che concerne l’HACCP sappiamo che lì dove si lavorano o immagazzinano alimenti, bisogna fare in modo che nulla di tossico venga immesso o venga tenuto negli stessi locali, questo al fine di evitare, per quanto è possibile, che gli alimenti entrino in contatto con sostanze tossiche.

Tecnicamente non si può tenere nella stessa area di stoccaggio (magazzino, dispensa, ecc.) pane e vernici o pasta e detergenti e quindi a maggior ragione non si possono stoccare alimenti e veleni nei medesimi ambienti anche se entrambi confezionati.

Per quanto noi possiamo proteggere l’esca nascondendola c’è sempre il rischio che un muride entri, prenda un po’ di derattizzante e lo porti in giro per i locali o peggio che il roditore avvelenato muoia in aree non accessibili o finisca in una confezione. 

A questo aggiungiamo tutto quello che è riportato nel Decreto Sicurezza 81/08 “bisogna evitare che i lavoratori entrino in contatto con sostanze tossiche…” quindi il derattizzante non può entrare neanche in aziende dove non si produce cibo!

 

 

Qualora ci dovessero essere dei dubbi in merito alla problematica sopra esposta si consiglia il confronto con gli organi di controllo locali (ASL, ecc.).

 

Per una migliore comprensione della problematica si consiglia la lettura della normativa di settore e di quella inerente la sicurezza sui luoghi di lavoro.

 

 

 

Dr.ssa Elvira Tarsitano

Componente della Commissione permanente di Studio dell’ONB “Igiene, Sicurezza e Qualità

 

 

 

 

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